mercoledì 7 ottobre 2015

Jean Baudrillard, graffiti in cerca di senso

di Paolo Brondi

Jean Baudrillard (1929-2007), in "Kool Killer ovvero il sorgere dei segni" (SugarCo, 1991), propone la tesi che noi viviamo in una società di segni, in cui i segni sempre più si riducono a fluttuanti significanti senza senso.
La gente non lo comprende mentre lo rendono esplicito gli autori dei graffiti: writers che, con le loro proposizioni senza senso, ci mostrano che la semiocrazia mente, che il proliferare dei segni è un'epidemia. E' una tesi che, nel rotolarsi dei tempi, dal 1991 a oggi, non si può cogliere più in maniera primaria, specie per quanto attiene al giudizio sull'arte dei graffiti.
E' un'arte che si pone in alternativa alla cultura anestetizzata della società informatica, spesso preformata e standardizzata, affondando le proprie radici nella cultura dell'hip-hop, della musica rap, dell'aerosol art, della break-dance. I graffiti, ancorché poveri di senso, in realtà si pongono come elementi di diversità, di fantasia, d'individualità e pregni del desiderio di cambiare il mondo, di farlo esplodere, per poi ricostruirlo.
Comparendo su muri, obsoleti, corrosi, scrostati, con variegate e colorate figure, mentre esprimono gli stati d'animo degli artisti e, spesso la loro rabbia verso un mondo grigio, che isola le minoranze e che non dà voce a tutte le fasce sociali, non mancano pure di abbellire i luoghi e di far guardare con occhi diversi la città. Sono tracciati anche sui treni, come sfida verso il mondo delle tecnologie, e segno itinerante delle loro emozioni. Varie e non banali le motivazioni dei writers: stilistiche, fonetiche, artistico espressive, trasgressive, politico-culturali: di risentimento/rabbia, contro la città, il sistema, la società, il potere e di trasgressione. Non va ignorata la componente esibizionistica, di ricerca del piacere primario, funzionale, per quel ripetere ossessivo, come un tam-tam, lettere, disegni e per il desiderio di vedersi .. e, soprattutto, di affermare la loro presenza nel mondo e la voce "ci sono anch'io"!

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