venerdì 8 gennaio 2016

San Quintino: il luogo più felice della terra

(foto repubblica.it)

(ap) Sono le dita di Martin Navarrete, giudicato colpevole di omicidio, condannato a morte, in attesa dell’esecuzione. Si intravedono appena attraverso la pesante grata della cella, ed è l’unica parte del corpo che si scorge di lui. Il nome emerge soltanto dalla foto segnaletica affissa accanto alla cancellata della porta di ingresso.
Una visita concessa alla stampa, nel braccio della morte del carcere di San Quintino in California, il più popoloso Stato Usa, ha mostrato la realtà di questo ambiente carcerario. Dove 725 condannati a morte per reati gravissimi, assassinii, stupri, aggressioni efferate, attendono il loro appuntamento con la morte. Chiusi nelle loro celle, sorvegliati da guardie armate, spesso ristretti da soli per punizione a seguito della pessima condotta, dentro un recinto di mura altissime vigilate da torri di vedetta. Detenuti incorreggibili, e perciò temuti da tutti. Ombre di uomini che vivono un’attesa interminabile, diluita nel tempo, fatta di rinvii, spostamenti di date. Persino di inganni verso il tempo che scorre: chi si mantiene in forma fisica nel cortile interno, chi scrive a macchina nella propria cella; chi ascolta vecchie radio. Una apparente serenità, persino una traccia della curiosità di vivere, nell’esaltazione dell’assurdo.
(foto repubblica.it)


Lo stesso luogo dove Jack London aveva ambientato il suo capolavoro The star rover (tradotto con il titolo Il vagabondo delle stelle): la storia del detenuto Darrell Standing che racconta i giorni precedenti la sua impiccagione immaginando delle reincarnazioni con cui vivere altre vite. La California ha il più grande numero di condannati a morte, che trascorre in media circa 18 anni tra le sbarre. Una sospensione infinita della vita, un limbo dove forse si dirada persino la paura di essere giustiziati, pensando che l’ultima esecuzione risale al 2006 e che oggi molti tribunali dello Stato hanno interrotto le esecuzioni della pena capitale. E dove peraltro l’incertezza del proprio destino è legata alla discussione sul miglior “protocollo” da usare per praticare l’iniezione letale. Il “come morire” è argomento che sovrasta e svilisce la domanda radicale, che rimane nascosta, sottaciuta, rinviata, del “perché morire”, per mano dello Stato, in un paese altamente democratico. Il viaggio alla scoperta del mistero della vita in questo luogo si compone anche di tappe di involontaria ironia. Su una parete interna di quel braccio della morte, una mano ignota ha affisso un orologio raffigurante Topolino con la scritta The Happiest Place on Earth (Il luogo più felice della terra).

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