martedì 24 maggio 2016

Pedalare, come Fausto


di Marina Zinzani

Le mani indurite, il sudore che scivola lungo la fronte, la corsa che sembra non finire mai. Un corridore sale per strade impervie, le gambe fanno male, ha il respiro affannato, dolore ovunque. Il pensiero è arrivare. Arrivare e vincere. Arrivare e farcela.
Il corridore che sale lungo strade faticose ha tanti volti: sono i volti di anziani che si vedono al mercato, di chi va a prendere i figli da scuola, di chi li porta a nuoto, di chi va a trovare i genitori, di chi fa volontariato, di chi spera di non perdere il lavoro. Di chi stringe i denti di fronte all’ennesima bolletta. Pedala. Vai.
Nelle scalate di Fausto Coppi c’era un’Italia che voleva farcela, che cercava un riscatto, che riscopriva i sogni. Anche la leggerezza delle cose effimere, forse le più importanti. Era un’Italia che si sollevava, con lui.

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