mercoledì 23 novembre 2016

Uomini, a Pompei

di Marina Zinzani

(ap) A bocca aperta, si rimane guardando tanti corpi di uomini, donne, bambini, pietrificati nel tempo, a Pompei, dopo che il Vesuvio inghiottì per sempre le loro vite. Chi erano quelle persone? I loro nomi? Quando sopraggiunse la morte? Intrappolati dall’eruzione del 79 d.C., sorpresi nel sonno o nei piccoli gesti quotidiani, racchiusi nel terrore di istanti senza fine, prima di essere sommersi da una valanga di fango.



Dorme, l’uomo di Pompei, rannicchiato in una posa che non conosce l’usura del  tempo. Pietra, gesso, calco, fossile: pietrificato tutto, il respiro, il dolore di quel momento. Dorme, l’uomo di Pompei, che ha visto il fuoco e la cenere, che ha visto la luce portare il buio, in un attimo. Dorme e ricorda, i palazzi, gli affreschi, le fontane, la vita ricca e colorata. Dorme di un sonno senza risveglio. Parla, l’uomo di Pompei, grida, urla strazianti e poi sussurri. Vivila la vita. E’ breve, la vita.

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