venerdì 17 febbraio 2017

Le redini perse

Tornare a progettare il futuro, rimedio al frastuono odierno

di Francesco Gozzi
(Commento a Non c’è solo il rumore, PL 13/2/17)

Due riflessioni: la prima riguarda la condizione umana in se stessa, il dover vivere in una dimensione inafferrabile, il tempo presente, che implica una perenne sospensione tra il non più e il non ancora, e alla quale forse si può dare un senso, come dice Sartre, solo attraverso la progettualità, la proiezione in un futuro nel quale si possa, in qualche modo e in qualche misura, prendere possesso della propria vita.

La seconda riguarda specificamente la condizione dell'uomo d'oggi, minacciato nella propria stessa identità dal frastornante bombardamento di immagini, suoni, messaggi cui è sottoposto dai media, e che dunque dovrebbe riscoprire il silenzio, i muti messaggi che ci arrivano dal passato - un vecchio portone, un capitello antico - o dal mondo della natura.

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