sabato 18 marzo 2017

Un piatto delicato

Finocchi: gratinati, con le arance, spolverati di parmigiano. Sempre buoni. Eppure la parola ha anche un significato spregiativo

di Marina Zinzani

Sarà un piatto un po’ pesante, ma a me i finocchi gratinati piacciono. Li cucino così: li faccio bollire nell’acqua, li soffriggo un po’ nel burro, e poi in forno, con un bel strato di besciamella e parmigiano sopra. Il gusto è delicato, la crosticina che si forma ha un sapore sopraffino. E’ un piatto sottotono, non invadente, gentile, se potesse identificarsi con una persona.
Si prestano a tante ricette, i finocchi, sono ottimi anche con le arance e le olive nere, un po’ di origano, sale e pepe. Piatto fresco per l’estate, veloce. Sono buoni anche quelli cotti nel latte, con una spolverata finale di parmigiano. Ma quelli gratinati sono i migliori, per me.
Sono una donna avanti nell’età, e ho un nipote. Dicono che sia diverso, un gay, propriamente. O meglio, un finocchio.
Io non dico niente, resto in disparte, sono la nonna, non devo entrare in queste cose. Mio nipote è un bravo ragazzo, gentile, educato, dolce. Ho letto cose nei suoi occhi che mi sono tenuta per me. Ho letto la sua sensibilità estrema, il rapporto amichevole che ha con le ragazze, ma non l’ho mai visto veramente innamorato di una ragazza.
Ci sono state delle chiacchiere, a scuola si sussurrano cose strane, è uno di quelli, hanno detto a sua madre. Lei, mia figlia, soffre e non sta in silenzio.
Sarebbe meglio tacere, delle volte. L’importante è che lui stia bene. Vorrei dire a mio nipote tante cose, ma non ci riesco.

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