sabato 4 marzo 2017

Caro Lucio ti scrivo

Il ricordo di Lucio Dalla, viaggiatore dello spirito

(ap) Cinque anni fa l'addio a Lucio Dalla. Era il primo marzo del 2012, e mancavano solo tre giorni al suo compleanno, che dette il titolo ad una delle sue canzone più splendenti, «4/3/43». Un interprete eclettico della canzone italiana, capace di trascinare intere generazioni in una musica senza tempo e piena di emozioni. Un’assenza che determina oggi un vuoto difficile da colmare.
Cinquanta anni di carriera, dai duetti con Francesco De Gregori e Gianna Nannini, a quelli con Gianni Morandi, Ron, Zucchero, Renato Zero e Fiorella Mannoia. Brani che appartengono alla storia della musica: «Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’». «Ma come fanno i marinai». «Dice che era un bell'uomo e veniva, veniva dal mare». «Se io fossi un angelo chissà cosa farei. «Attenti al lupo». «Com’è profondo il mare». «Dove il mare luccica, e tira forte il vento». «Andare senza meta e vagare per i paesi e le città».
Decine di canzoni abitate da un genio delle note musicali e delle parole. E intessute da accordi dolci e armonie gentili. Autore delle musiche, poi paroliere dei suoi testi, suonatore di pianoforte, sassofono, clarinetto. Lui, un viaggiatore dello spirito. Le canzoni, un patrimonio impossibile da catalogare che da tempo occupa lo spazio del nostro cuore.
La sua musica sempre in bilico tra realtà e fantasia ci ricorda un’onda che produce un’eco nel futuro, non solo dall’«anno che verrà». Il presente ci regala tanto odore di bruciato e non si sa dove ci porterà se manca la meta. Però Lucio rimane ancora a passeggio con noi - non solo nella sua Bologna - quando vaghiamo per paesi e città e lo sentiamo nascosto in qualche punto della nostra testa e del nostro cuore. Forse siamo tutti nati il 4 marzo.

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