sabato 5 agosto 2017

Il bisturi nei sentimenti

Nel profondo nell’amore filiale: il difficile rapporto con figura materna

di Marina Zinzani
(Guardando il film Sinfonia d’autunno, 1978, di Ingmar Bergman)

In un vecchio film di Ingmar Bergman, “Sinfonia d’autunno”, con Liv Ulmann e  Ingrid Bergman, si parlava del rapporto contrastato fra una figlia e una madre pianista. Le accuse della figlia, che tutta la vita si era sentita in secondo piano rispetto a questa scelta della madre, erano dure, e suggerivano ferite di cui non era mai guarita.  Neanche creandosi una famiglia sua.
Il tema trattato può sembrare oggi lontano, ma i film di Bergman, grande esploratore di anime, sono sempre moderni: quanto può incidere una madre che sceglie il proprio appagamento attraverso una professione? Cosa toglie ai figli nel seguire la propria strada, nell’affermare il proprio individualismo?
La madre non è più solo un soggetto che si sacrifica in nome della famiglia, come in passato. E’ una persona prima di tutto, una persona che cerca qualcosa anche oltre i suoi doveri materni.
In mezzo, una miriade di sfumature:  i sensi di colpa, la sensazione che hanno i figli di avere avuto poche attenzioni, l’insoddisfazione latente se si rinuncia completamente alla propria identità ed aspirazione, la famiglia come luogo di sottili conflitti, inconfessati in genere, a volte devastanti.
Bergman usava sempre un coltello tagliente per mostrare le contraddizioni dell’anima. E’ attuale nel descrivere i ruoli che la società impone o che uno vuole ricoprire. E dall’altra parte le mancanze, le rivendicazioni, l’insoddisfazione, il cercare altre strade. Tutto questo con il sottofondo dell’affetto: quello mostrato, o quello mancato.

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