sabato 14 ottobre 2017

Incontrarsi dopo vent'anni

Una compagnia di studenti, diventati adulti, si ritrova una sera d’autunno vicino Siena

di Paolo Brondi

Erano in ventidue, in quella terza liceo, 12 ragazze, 10 maschi, e già nei mesi di scuola più spesso preferivano alla costrizione dei  banchi l’orizzonte del loro mare, delle spiagge, della barca a vela. Poi la vita, il lavoro, la professione li distanziò e forse passarono più di venti anni prima che la memoria di quella promessa non si risvegliasse in uno di loro, un importante avvocato.
Con un grande apparato di giovani tirocinanti e di assistenti ricercò ad uno ad uno e in ogni dove i suoi antichi compagni: riuscì a rintracciarne solo nove, quattro donne, cinque uomini. L’autunno sfumava verso i primi rigori dell’inverno e tra le crepi senesi già sibilava il vento; ancora più dolce e grato il calore del grande focolare del Country club in cui quel gruppo di dieci compagni si riparò dopo il giorno dei saluti, delle rammemorazioni, delle vicende di vita e di progresso da ciascuno vissute.
Decisero di rimanere in quel club almeno per cinque giorni, e di sera ascoltarono le storie narrate da chi giornalista o scrittore: amori delusi, tradimenti, efferati delitti, incanto e verità, trascinando tutti nel vortice dello stupore. Naturalmente, alla voce narrante, gli amici accompagnavano altri abbozzi di storie, scherzi e facezie condite del sapore di un’adolescenza forse troppo precocemente superata, ma mai dimenticata.

1 commento:

  1. Un dolce racconto sull' onda della nostalgia; un sapore boccaccesco, ma molto più delicato e soave; un sogno di chi avrebbe sempre voluto ritrovare i compagni dell' età più bella per condividere le novità, ricordare i momenti più spensierati, gli scherzi, i pianti di un tempo non più afferrabile, oramai non più! Un' età volata via in un soffio, in un battito d' ali o di ciglia; un tempo trascorso nel volgere di un attimo, nel voltarsi, nel correre dietro alla vita che sfugge, e poi? La frenesia uccide il presente e ipoteca il futuro, in un rincorrersi di attimi che non possono essere gustati. Poi ..., poi ci si sveglia.
    cristina podestà

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