venerdì 23 febbraio 2018

Lampadine fulminate

(Quasi un) Haiku
di Catia Bianchi
(Intervento di Angelo Perrone)

Quando la giustizia funzionava,
non si cercavano le lampadine

(ap) Una battuta irridente e fuori luogo? Un grido di allarme, proprio a partire da qualcosa di banale come le lampadine? A proposito: un tempo, c’erano a sufficienza le lampadine? Forse non ci sono mai state, nemmeno ieri. Spesso mancavano. Come le buone prassi, il buon senso, la correttezza verso gli utenti, la passione per un lavoro che è prima di tutto servizio alla collettività.
A fronte di tanti che hanno speso energie e impegno, molti hanno mostrato disinteresse, sono stati latitanti. Le disfunzioni hanno smesso di fare notizia. Ce ne si ricorda solo quando accade qualcosa di eclatante, ma il lavoro quotidiano? Perché, tanto per fare l’ultimo esempio, non si protesta abbastanza per la scarsa qualità delle registrazioni delle attività di udienza, dopo che sono state affidate a persone impreparate e incompetenti?
Oppure: ci si chiede perché la giustizia sia lenta, non perché questo accada o cosa si potrebbe fare per porvi rimedio. O ancora: si diffondono proclami allarmanti (utili in campagna elettorali) sulle situazioni delle carceri, o sulle scarcerazioni facili: poi si contrasta una riforma carceraria che non si propone affatto di mettere tutti fuori, ma (solo, è poco?) di personalizzare la pena e renderla così più certa ed efficace. Per i detenuti, e per la collettività.

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