mercoledì 13 giugno 2018

Dietro ad un piatto

Cucinare e saperlo raccontare: le mille facce del cibo, nelle parole di Anthony Bourdain

di Marina Zinzani

Dietro ad un piatto c’è una storia, spesso antica. Ci sono generazioni che si sono messe a tavola davanti a quel cibo, ricetta speciale, elaborata anche se apparentemente semplice, c’è un senso di appartenenza ad un popolo, anche ad una famiglia. Le polpette della nonna, ad esempio.
Dietro ad un piatto c’è un piacere della vita. C’è la mano di chi lo fa, di chi sceglie gli ingredienti, di chi va in un mercato e compra i prodotti migliori per farlo, perché ha ospiti, perché vuole fare bella figura, o semplicemente perché quel piatto richiede elementi di buona qualità.
Dietro ad un piatto c’è una storia, di gioia, quella del palato, della persona che lo gusta, spesso in compagnia, pagando un conto che può essere alto, o forse no, ma si immagina una casa, della gente, o una trattoria, sapori caserecci di una volta, quando si era poveri, piatti riproposti che piacciono ancora tanto, costano anche.
Oppure si immagina un ristorante raffinato, di quelli che presentano poco cibo in piatti grandi, di quelli in cui il cameriere è ineccepibile, incute quasi timore, è tutto perfetto. Anche se questo accade veramente poco, in genere si frequentano posti un po’ più alla mano.
Dietro ad un piatto c’è il sudore, cucine bollenti, nervosismo, tensione, molte ore di lavoro, sfruttamento, camminare, camminare, camminare, il cameriere corre, il cuoco è intrattabile, è fatica.
Dietro ad un piatto c’è la solitudine di un uomo che mangia da solo, il padrone del locale che riceve gente che si diverte, che apprezza i piatti del suo cuoco, coppie di innamorati che ordinano del buon vino e dell’ottimo pesce, che festeggiano un anniversario. E lui, il padrone del locale, non ha potuto festeggiarlo, è tutto finito prima, molto tempo prima.
Dietro ad un piatto c’è la vita, il piacere di annusare i pomodori, le foglie del basilico, i colori che appaiono e diventano magia, e la magia diventa senso, il senso di esistere.
Dietro ad un piatto c’è tutto un mondo, ed Antony Bourdain ce l’ha raccontato. Un po’, ce l’ha raccontato. Ovunque lui andasse, ci ha portato con sé, e ci siamo innamorati delle sue storie, degli aneddoti, l’amico con cui stai bene e viaggi. Dai nostri divani di casa abbiamo potuto girare il mondo, bere e mangiare, conoscere gente. Ci mancherà.

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