sabato 22 settembre 2018

Le strane curve nei libri

Le parole, per comprendere le cose e spiegarne il senso

di Paolo Brondi

Il tempo narrativo è coniugazione di ragione e mito. Logos per rappresentare le scene, le atmosfere, care ad uno scrittore ed ai suoi personaggi. Mythos per illuminarle, per dar loro vita e senso attraverso la forza della fantasia, della immaginazione, della sensibilità.
Il logos illuminato dal mythos permette di interpretare i segni muti, sedimentati negli oggetti, nascosti nelle pieghe del tempo passato, celati nelle nostre piccole o grandi rughe, dando loro voce e storia e affettività.
E se il tempo narrativo è il soggetto della narrazione, non c’è soggetto che non abbia la sua predicazione affettiva: la predicazione è la poesia. La narrazione è un afferrare-insieme, un com-prendere (tempo e spazio). La poesia è sospensione del tempo, è atemporalità, è lentezza: la lentezza che permette di cogliere la realtà in frammenti che sono la sostanza in cui il sentimento si fissa, àncora della fantasia nella verità, o, quando si tratta di tempo trascorso, garanzia che il passato è esistito. Nella lentezza, prevale la curvatura del sentimento, mentre nella narrazione domina l’orizzontalità sintattica e lessicale: la linea è voce, è dialogo, la curva è voce che si affievolisce e si fa silenzio e genera stupore.

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