giovedì 8 novembre 2018

Valori all'asta

(Foto Piemmeonline)
Di ogni erba un fascio: un’evidenza che vale anche per i valori morali

di Paolo Brondi

Il problema dei valori assoluti (la verità, il buono, il bello), cercati e amati dai filosofi di tutti tempi, fino ad Hegel, si è allargato nel tempo, mescolandosi con il relativismo culturale, con i mutamenti della società e della politica.
Un tempo, al filosofo e all’uomo di cultura, si attribuiva il compito di una critica promuovitrice o negativa, generando nel sociale e nello Stato quella luce nella quale si muoveva lo storico, lo psicologo, il politico, negando così l’oscura valle delle lacrime. Oggi, verità e valori appaiono svenduti, messi agli incanti in favore del migliore acquirente o in difesa del potere e dei poteri di turno; siano questi “chi grida di più”, sicuri di stare in regola con la volontà popolare; o “coloro che chi gridano di meno”, sicuri di essere, o di illudersi di essere, promotori di rinnovamento del mondo o della giustizia; o coloro che son usi riempire i polmoni di parole, come quelle di improbabili rivoluzioni del sistema.
Non c’è più, dunque, una verità o valori assoluti, indipendenti dalla società e dalla storia, ma verità e valori sono divisi, particolareggiati, funzionali alla società o alla classe da cui promanano e sempre esposti alla sorte per cui di ogni erba si fa un fascio.

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