mercoledì 12 dicembre 2018

15 anni - Non (avverbio di negazione)

(Foto Il Messaggero)
Il rapporto del Censis 2018, il sentimento prevalente è la cattiveria. Si può aggiungere anche la disillusione.

di Marina Zinzani

Non conoscerò mai la fama. Non farò soldi facilmente, magari diventando un influencer come Chiara Ferragni, molti click e una montagna di denaro che piove dal cielo.
Non percorrerò strade in discesa. Non troverò facilmente un lavoro. Non troverò aiuto, quando cerco un lavoro, neanche qualcuno che mi deve assumere e alza gli occhi, mi guarda negli occhi, credendo in me. Saranno altri gli elementi che lo porteranno ad assumermi, se mi assumerà, il fatto che costo poco, ad esempio.
Non troverò facilmente una persona che mi apprezzi, che mi ami, che non abbia tatuaggi per parlare di sé, che non si sbronzi per stare in compagnia, che non ceda a qualche pasticca per stare su di giri e sballarsi in discoteca.
Non potrò tornare a casa tranquillamente dopo una certa ora, la notte, ma anche la sera ti devi guardare le spalle, ci sono certe zone e brutta gente, il punto è che le zone si allargano, sono dappertutto le zone brutte e il pericolo è dietro l’angolo.
Non conoscerò mai la leggerezza di non aver chiuso bene la porta di casa di notte, so che devo chiuderla con quattro mandate, perché i ladri entrano anche di notte in casa, quando dormi, entrano anche con la porta blindata, buttano lo spray, a volte neanche quello, a volte qualcuno si è svegliato nel cuore della notte con i ladri in casa e non è finita bene.
Non andrò a votare con convinzione, a votare ci andrò, forse, ma senza un vero ideale, senza credere che quel politico mi rappresenterà e potrà migliorare il mio futuro. Non voterò in base ad una passione politica, al massimo voterò come ultima spiaggia, tanto sono tutti uguali, e quando non lo sembrano è perché su di loro certe cose ancora non si sanno.
Non farò figli, non ad occhi chiusi perché non saprò come mantenerli, perché sarà già molto trovare un lavoro, una casa, e un figlio costa. Non avrò molti aiuti se avessi figli, non sicuramente dallo Stato, o comprensione dal datore di lavoro, che mi guarderà male, sapendo che la sua dipendente è incinta. E alla prima crisi potrebbe toccare a me, così mi ritroverei disoccupata e un figlio da crescere.
Non troverò forza e sostegno in un compagno, non lo metto in conto, perché credo che sia cosa rara trovare qualcuno che sia forte, solido, semplicemente mi ami e mi dia allegria.
Perché non c’è più allegria. Penso questo, a 15 anni.

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