(ap) Talvolta
ci si chiede di quali mezzi si avvalga la cultura, specie nell’epoca del web: brevi messaggi, chat, comunicazioni istantanee, oppure libri, poesie,
saggi, magari instant books, insomma
pagine più articolate. In tutti i campi della conoscenza e i settori della
vita sociale.
I primi si muovono spesso nell’immediato, non si alimentano di risposte che non siano del medesimo tipo. A differenza dei secondi, che appartengono ad un altro mondo, quello delle parole scritte con calma, per capire, riflettere o commentare. I testi, che pubblichiamo, nascono e vivono in un tempo piano e prolungato, anche quando traggono spunto in modo impellente dal momento reale. E’ il tempo dell’animo che dà spazio agli echi del proprio sentire e finisce per creare un invisibile filo di collegamento con chi si sofferma per un attimo a leggerne le parole. Così i racconti Era mio nonno e Sapore di sale (Paolo Brondi, in Pagine letterarie, 16/4/14 e 21/3/14) hanno suscitato il commento di una lettrice, Cristina Podestà.
I primi si muovono spesso nell’immediato, non si alimentano di risposte che non siano del medesimo tipo. A differenza dei secondi, che appartengono ad un altro mondo, quello delle parole scritte con calma, per capire, riflettere o commentare. I testi, che pubblichiamo, nascono e vivono in un tempo piano e prolungato, anche quando traggono spunto in modo impellente dal momento reale. E’ il tempo dell’animo che dà spazio agli echi del proprio sentire e finisce per creare un invisibile filo di collegamento con chi si sofferma per un attimo a leggerne le parole. Così i racconti Era mio nonno e Sapore di sale (Paolo Brondi, in Pagine letterarie, 16/4/14 e 21/3/14) hanno suscitato il commento di una lettrice, Cristina Podestà.
“Era mio
nonno" esprime la dolcezza di un tempo che fu; il sapore meraviglioso
dell'infanzia che si mescola alla tristezza e saggezza della vecchiaia, al
ricordo di Eli' che sta a metà strada tra cielo e terra, in un'atmosfera
assoluta ma smaterializzata, partecipe di un amore senza spazio e senza tempo,
dunque eterno.
“Sapore
di sale" presenta una situazione atipica di madre (che madre non è!);
l'esser madre, infatti, corrisponde ad uno stato emozionale ed affettivo che
soltanto chi è madre può capire. Pertanto Silvia è tormentata e lei stessa
cerca amore, poichè ne ha molto dato svuotando tutta se stessa, consegnandolo
in modo obbligato, trascurando i propri bisogni d'amore.... e Giulio, verso di
lei ha un atteggiamento salvifico. Bellissima e suggestiva la scena finale,
profonde le emozioni che attraversano il racconto.
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