di
Laura Bonfigli
(leggendo
Una verità per Laura di Paolo Brondi,
PL 23/7/15)
Questo
breve racconto di Paolo Brondi, Una verità per Laura, trova la sua
naturale struttura nella figura di un climax ascendente: affinità, diversità,
conoscenza, verità, libertà sono i gradini di un percorso misurato e
consapevole che porta i due protagonisti, Laura, laureata in legge a Perugia, e
Robert, giovane laureato ad Oxford, a conoscersi, ma soprattutto a riconoscersi
grazie ad affinità sensoriali ed estetiche.
Comune
denominatore è la bellezza che li avvolge in una sorta di estasi e che, per
circostanze felici, li ha sempre circondati, essendo lei nata a Spoleto,
splendida cittadina medievale, e lui a Londra, città cosmopolita, ricca di
storia, arte e cultura. La fascinazione della bellezza è tale che il giovane
protagonista si illude che possa abbracciare ed includere, come in un cerchio
magico, anche Laura trattenendola legata a sé come in un incantesimo.
Ma
l'ingannevole gioco di specchi si infrange rapidamente quando in Robert riemerge
prepotente la consapevolezza che questo che sta vivendo con lei è solo un piano
del suo tempo. Dice infatti: "Il tempo intreccia diversi piani ciascuno
dei quali decide del mio destino". Espropriato della libertà di decidere
Robert si sente come costretto da un forza superiore.
Una
ineluttabilità che sta oltre le cose, un qualcosa che non può non accadere e
prescinde dalla volontà del singolo; in sostanza un forza che, nel caso del
nostro protagonista, ha già deciso per lui un percorso di vita ed indicato una
meta.
Colto
da una illuminazione fulminea Robert capisce di non poter alimentare in modo
ingannevole sia per sé, sia per la giovane amica, un sentimento che assomiglia
sempre più all'amore; per questo le svela la sua omosessualità. Paradossalmente
la rivelazione non comporta un taglio doloroso. Stretta nella necessità di
trovare un modo di lasciarsi e contemporaneamente non lasciarsi, Laura sceglie
come soluzione la strada dell'amicizia che, sublimando delusione e sconforto, è
la sola in grado di non lacerare la sua identità e di salvare quella parte di
sé che da questo incontro ha ricavato linfa vitale ed arricchimento spirituale.
Solo così i due protagonisti possono rapportarsi in piena libertà proprio nella
loro differenza.
L'amicizia,
frutto di una metamorfosi vissuta in modo consapevole, è il ponte che mette in
contatto le differenze, consente il transito e lo scambio e favorisce
l'arricchimento del singolo, perché è solo in relazione con l'altro che la vita
si potenzia e si espande. Proprio per questo Laura, grazie al rispetto di sé e
ad una autentica percezione dell'altro, appare non solo pienamente padrona
della propria vita, ma capace di fronteggiare anche la dolorosa evidenza del
caso.
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