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domenica 2 agosto 2015

In un cerchio magico

di Laura Bonfigli
(leggendo Una verità per Laura di Paolo Brondi, PL 23/7/15)

Questo breve racconto di Paolo Brondi, Una verità per Laura, trova la sua naturale struttura nella figura di un climax ascendente: affinità, diversità, conoscenza, verità, libertà sono i gradini di un percorso misurato e consapevole che porta i due protagonisti, Laura, laureata in legge a Perugia, e Robert, giovane laureato ad Oxford, a conoscersi, ma soprattutto a riconoscersi grazie ad affinità sensoriali ed estetiche.
Comune denominatore è la bellezza che li avvolge in una sorta di estasi e che, per circostanze felici, li ha sempre circondati, essendo lei nata a Spoleto, splendida cittadina medievale, e lui a Londra, città cosmopolita, ricca di storia, arte e cultura. La fascinazione della bellezza è tale che il giovane protagonista si illude che possa abbracciare ed includere, come in un cerchio magico, anche Laura trattenendola legata a sé come in un incantesimo.
Ma l'ingannevole gioco di specchi si infrange rapidamente quando in Robert riemerge prepotente la consapevolezza che questo che sta vivendo con lei è solo un piano del suo tempo. Dice infatti: "Il tempo intreccia diversi piani ciascuno dei quali decide del mio destino". Espropriato della libertà di decidere Robert si sente come costretto da un forza superiore.


Una ineluttabilità che sta oltre le cose, un qualcosa che non può non accadere e prescinde dalla volontà del singolo; in sostanza un forza che, nel caso del nostro protagonista, ha già deciso per lui un percorso di vita ed indicato una meta.
Colto da una illuminazione fulminea Robert capisce di non poter alimentare in modo ingannevole sia per sé, sia per la giovane amica, un sentimento che assomiglia sempre più all'amore; per questo le svela la sua omosessualità. Paradossalmente la rivelazione non comporta un taglio doloroso. Stretta nella necessità di trovare un modo di lasciarsi e contemporaneamente non lasciarsi, Laura sceglie come soluzione la strada dell'amicizia che, sublimando delusione e sconforto, è la sola in grado di non lacerare la sua identità e di salvare quella parte di sé che da questo incontro ha ricavato linfa vitale ed arricchimento spirituale. Solo così i due protagonisti possono rapportarsi in piena libertà proprio nella loro differenza.
L'amicizia, frutto di una metamorfosi vissuta in modo consapevole, è il ponte che mette in contatto le differenze, consente il transito e lo scambio e favorisce l'arricchimento del singolo, perché è solo in relazione con l'altro che la vita si potenzia e si espande. Proprio per questo Laura, grazie al rispetto di sé e ad una autentica percezione dell'altro, appare non solo pienamente padrona della propria vita, ma capace di fronteggiare anche la dolorosa evidenza del caso.

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