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venerdì 19 febbraio 2016

La fede in mano a Satana

di Paolo Brondi

All’origine delle rivoluzioni che appena un poco più in là del nostro mare sconvolgono il settentrione dell’Africa e le terre orientali, e s’irradiano fin nelle nostre terre, di certo, fanno parte integrante, oltre quelle economiche, le ragioni della fede.
In prospettiva fideistica, le fasi del tempo sono riempite dai segni della volontà di Dio offerti all’uomo: il cammino dell’umanità è illuminato dalla luce divina ed è questa che può maturare uno spirito radicale di liberazione. Le rivoluzioni, animate da questa fede, ereditano la certezza della salvezza, mirano alla liberazione dal male e a promuovere un avvenire ricco di possibilità.
La fede può anche declinarsi in forma apocalittica per cui il presente non ha luce, deve passare in fretta, perché è il regno del maligno che impedisce di conquistare il tempo perfetto. Ne deriva la nascita dello spirito demoniaco, in altre parole spirito del male e della menzogna. Le rivoluzioni che tendono a estirpare radicalmente il male assumono carattere satanico, in quanto, prive dell’onnipotenza e della santità di Dio, finiscono per identificarsi con quello stesso male che pretendono di togliere. Ciò dà luogo a uno sviluppo pervertito della volontà che confonde risentimento con redenzione, esplosione dell’odio con spirito di rigenerazione. Difficile distinguere fra libertà e satanismo nelle attuali contese, ma indubbia è l’indicazione di percorsi che aprono al futuro quando è chiara la luce del cammino, mentre rinserrano entro le secche del presente, di un presente da negare, distruggere, uccidere, allorché prevale lo spettro del male e della rovina.

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