di
Marina Zinzani
(Commento di
Angelo Perrone)
(ap) Fantasie popolari, figure volanti,
personaggi solitari. Il presente, in Marc Chagall, è sempre trasfigurato in un
sogno che richiama le suggestioni della sua infanzia, comunque felice
nonostante le tristi condizioni degli ebrei russi, come lui, sotto lo zar.
Colori liberi e brillanti accompagnano figure semplici e sinuose, superano i
contorni dei corpi e si espandono sulla tela in forme fantastiche.
Le sue opere sono dedicate all’amore e alla gioia di vivere, descrivono un mondo poetico che si nutre di ingenuità ed è ispirato alla fiaba, così profondamente radicata nella tradizione russa.
Le sue opere sono dedicate all’amore e alla gioia di vivere, descrivono un mondo poetico che si nutre di ingenuità ed è ispirato alla fiaba, così profondamente radicata nella tradizione russa.
Desideravo una casa, un luogo caldo ed accogliente
in cui tornare la sera.
Desideravo qualcuno a cui raccontare la mia
giornata.
Desideravo un grande albero, a Natale, pieno di luci
e di regali.
Desideravo una bambina che mi accogliesse buttandomi
le braccia al collo. “Il mio papà!”: ecco le sue parole.
Desideravo un luogo di vacanze, ma soprattutto un
luogo dell’anima.
Desideravo qualcuno con cui sorridere e capirmi al
volo.
Desideravo qualcuno che mi capisse, quando ero
triste.
Desideravo un anfratto, un’isola, un minuscolo posto
in cui ci fossero briciole di felicità.
Desideravo raggiungere un equilibrio, e lasciarmi
alle spalle le cose cattive.
Desideravo avere ali per proteggere i miei cari, ali
e scudi, perché il mondo di fuori non ci urtasse, rovinando tutto.
Pensieri
di un uomo che torna a casa la sera. Rientra in poche stanze silenziose, in un
mondo ben lontano da ciò che aveva desiderato. La vita continua, gli dicono, ci
saranno altre storie, altre possibilità. Il tempo passa, e crea quella sottile
anestesia che è anche freddezza, a volte freddezza necessaria.
Pensieri
di una donna che torna a casa la sera. Ricominciare di nuovo, ricerca di
qualcuno, ricominciare quando ci sono ancora le rovine e ogni passo è pesante.
Troverai un altro uomo, vedrai, il mondo è pieno di uomini là fuori che ti
apprezzerebbero, le dicono. Ma il cuore si sta chiudendo, è freddo, è freddo
dentro le ossa, le emozioni sembrano congelate.
Pensieri
della dea dell’amore, presenza invisibile che vola in alto nel cielo, battito
d’ali di una farfalla, il mondo etereo degli amanti di Chagall. Ha fallito, la
dea dell’amore, restano i volti stanchi
di un uomo e una donna che non hanno trovato le parole per incontrarsi, la
forza per sorreggersi, la costanza per accettare i momenti grigi, il coraggio
per superare le cadute. E’ triste, la dea dell’amore che vola sopra i tetti, la
magia di un incontro se n’è andata, restano solo persone avvilite, stanche,
sole.
E’
misterioso il suo volto, nessuno la vede, tutti la invocano. Ricordo di
qualcosa, calore antico di cui si va alla ricerca. Mille volti, e nessuno. Gli amanti
di Chagall volavano tenendosi per mano, e lei guarda, malinconica, quella
coppia separata. Vorrebbe scendere e parlare ai loro cuori, parlare con un
sogno che sia una premonizione di nuova, futura, gioia.
Ma
i passi di tanti sono lenti, pesanti. Pochi volano come gli amanti di Chagall.
Nessun commento:
Posta un commento