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mercoledì 2 novembre 2016

Buddha e l'anguilla

di Paolo Brondi

Tener dietro a tutto ciò che sta accadendo di giorno in giorno, a tutti quei segni che strutturano la nostra quotidianità, recando significati di difficile decifrazione, è come afferrare un’anguilla: invano si cerca di tenerla stretta, scivola via lasciando sul palmo solo il suo gelatinoso fruscio. Parrebbe quindi di non poter superare l’amarezza di Montale:
“Accaddero fatti degni di storia,
ma indegni di memoria,
la storia non è magistra
di niente che ci riguardi,
accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta”.
In realtà è dovere etico e civile affrontare le ombre e risanare i guasti del tempo, come insegna questa bella parabola di tradizione buddhista: “Buddha un giorno fu minacciato di morte da un bandito.“Sii buono ed esaudisci il mio ultimo desiderio”, disse Buddha; “taglia un ramo di quell’albero!”. Con un solo colpo di spada l’altro eseguì quanto richiesto e poi domandò: “Ed ora che cosa devo fare ancora?” “L’unica cosa che ti chiedo prima che tu mi uccida è questo: rimettilo ancora al suo posto”. Il bandito rise: “Sei proprio matto se pensi sia possibile una cosa del genere”. E Buddha disse: “E invece matto sei tu che ti ritieni potente perché sei capace di fare del male e distruggere. Questa è roba da bambini. La vera forza sta nel creare e risanare”.

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