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domenica 5 marzo 2017

Ciao bambini


Ricordi, emozioni, insegnamenti nel saluto di una maestra alla sua classe

di Mirella Fattori
(Commento di Angelo Perrone)

(ap) Il saluto di una maestra alla sua classe dopo un intero ciclo di studi mescola ricordi, emozioni e insegnamenti di vita. Nessuno può sapere quale futuro verrà riservato al gruppo di bambini con il quale vi è stato uno scambio così intenso di esperienze quotidiane. Dipenderà dalla vita certo, ma un po’ anche da loro stessi.
L’augurio è che si presentino molte opportunità e che essi siano in grado di coglierle al meglio, di farle fruttare per realizzare un’esistenza appagante e felice. La speranza è che essi sappiano comunque volare davvero alto, non smarrirsi davanti alle difficoltà, trovare il coraggio di compiere le scelte più giuste. Il rammarico inevitabile per il distacco sottolinea un grumo di pensieri e di riflessioni che vuole rifuggire dal senso – pur inevitabile – di una perdita. Conta di più forse ciò che comunque si è conquistato sui banchi di scuola, non solo il patrimonio di conoscenze pur utili nel prosieguo degli studi, ma un’esperienza di vita insieme alla scoperta di valori che sono propri della cultura, del vivere civile, della collaborazione fattiva e solidale: il senso profondo dell’appartenenza alla medesima società.

Cari bambini, il nostro viaggio iniziato in prima è giunto al termine, e il tempo è volato! Ricordate la filastrocca sul tempo scritta cinque anni fa nei primi giorni di scuola? "Tic tac / tic tac / fa il pendolo / che posa mai non ha. / Bambini miei spicciatevi / il tempo se ne va". E così se n'è andato. Ma il tempo come vi ho insegnato si può "fermare" con i ricordi.
Sono tanti i ricordi che ho di voi legati al nostro viaggio intrapreso insieme, e tutti molto belli. Anche se avete fatto in modo che ora io indossi l'aureola sul capo, per essere diventata "Santa Pazienzina". Ero recalcitrante a esserlo!
Cari bambini come siete cresciuti dal primo giorno in cui vi ho avuto con me: eravate piccoli e smarriti, ma già pestiferi. Alcuni di voi non sapevano fare niente, però tutti avevate tanta voglia di imparare.
Che bello è stato stare insieme ogni giorno. Vedervi crescere e diventare anche un po' impertinenti!
Qualche bambino ci ha lasciato prima di giungere alla meta, e questo mi è dispiaciuto. Comunque il nostro caro birbante R. è tornato varie volte dalla Francia per trattenersi con noi, e ogni volta è stata una bellissima sorpresa.
Cari bambini, come dei veri viaggiatori muniti di coraggio, di curiosità, di interesse, di passione, affronterete un nuovo percorso che sarà per voi bello e istruttivo.
Il viaggio della vita è lungo, tante volte tortuoso e complesso.
Ti troverai di fronte a scelte impegnative e a volte anche dolorose, perché in tutte le scelte tra valori analoghi è insita la sofferenza, e più il coinvolgimento emotivo è forte più il dolore è grande.
Ma poi si deve andare avanti, con la testa alta e la schiena dritta.
Sono sicura che nei momenti difficili saprai sempre guardare lontano, verso l'orizzonte, verso l'infinito, avendo sempre fiducia nelle tue capacità di discernere, risolvendo così i problemi che ti si presentano con la ragione e con il cuore, e amando tutto ciò che di bello la vita ti offrirà.
Cari bambini, ogni viandante percorre un sentiero irto, non tracciato. Cari bambina, bambino, giorno dopo giorno saranno i tuoi passi a segnarlo. E di fronte ai bivi, consulta la testa e segui il cuore!
Il mio compito di aiutarvi a crescere (pure io sono "cresciuta" insieme a voi) affinché diventiate dei futuri uomini e dei consapevoli cittadini è terminato. Ti lascio però le mie "parole" e il mio amore. Comunque la mia missiva non è un commiato di addio, ma un arrivederci.
Aspetto una tua lettera (per ora ho le vostre poesie che mi avete dedicato, come sempre sono bellissime), non importa quando, io so aspettare!
Un grande abbraccio e un augurio affinché tu sappia sempre "volare alto" e scegliere la strada che ti porti a essere una persona libera, coraggiosa, leale, giusta, saggia.
Voglio concludere precisando, come del resto prontamente avrete notato, che in alcune parti della lettera mi sono rivolta al lettore ora con il "voi" ora con il "tu".
E, vigili come sempre siete stati, avrete pensato che anche questa volta la maestra ci mette alla prova: vuole ancora una volta che siamo noi a trovare l'"errore".
Se ricordate quando parlavamo di testi poetici, personali, confidenziali, intimi (qual è la mia lettera) vi dicevo che potevamo permetterci di essere anche un po' scorretti, se ciò ci avesse portato a essere più incisivi, a raggiungere sentimenti più profondi, a entrare in empatia con l'altro.
E quindi, quando mi rivolgo con il "tu" è perché parlo proprio a te (ciascuno di voi) distinto dagli altri.

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