Il torto e la ragione,
il gesto di chi si ferma a riflettere sul passato
di Marina Zinzani
Quindi
sembra che Brad Pitt abbia chiesto scusa a Jennifer Aniston, “per averle spezzato
il cuore.” Scuse pubbliche, arrivate 12 anni dopo averla lasciata per Angelina
Jolie, dopo vari figli, dopo il recente divorzio.
E’
una notizia quasi di gossip, che alleggerisce la mente quando si legge il
giornale, in questi giorni, che ne ha ben altre di notizie. Ma è anche un caso
che parla di pentimento e di perdono. Lei ha accettato le sue scuse con molto
piacere, fra l’altro, per dovere di cronaca.
Non
è tanto di moda chiedere scusa. La sopraffazione, il torto, il vilipendio di
sentimenti, il non fermarsi a riflettere su cosa significhi per l’altro un
gesto, una parola, tutto questo raramente si accompagna a delle scuse.
Chiedere
scusa significa un percorso, una sensibilità ritrovata dato che spesso si era
perduta, in questi casi. Significa fermarsi un giorno, quando il vento gira da
un’altra parte, e si sente appena un po’ del dolore provato all’altro, appena
un po’ si immagina la sua vita cambiata, dopo il proprio gesto, le proprie
parole. Perché non è vero che tutto passa con un’alzata di spalle. Per tante
persone i torti restano, mutano, diventano schegge che provocano ferite, non
facilmente curabili.
Chiedere
scusa è un atto di elevazione, semplice, piccolo, molto difficile. C’è un
imbarazzo e un pudore estremi che impedisce spesso di dire le parole giuste, di
trovare le parole giuste. Anche perché è passato molto tempo.
Poi,
il detto cinese di stare sulla riva e di attendere il cadavere del proprio
nemico è un altro discorso. Perché spesso non interessano più, le scuse.
«Scusarsi non significa sempre che tu hai sbagliato e l'altro ha ragione, significa semplicemente che tieni più a quella relazione che al tuo orgoglio.»
RispondiElimina(Fabio Volo)