A Napoli, l’usanza di
lasciare pagato un caffè per qualcuno che non possa permetterselo
di Marina Zinzani
Un
recente studio ha stabilito che bere anche solo un caffè al giorno fa bene,
molto bene. Il caffè accompagna dei momenti. E’ compagno di uno sguardo dalla
finestra, o mentre si sfoglia il giornale, o in mezzo a chiacchiere con un
amico. E’ la vitalità che si cerca quando si percepisce la stanchezza, è una
risposta tonica alle pause quotidiane, e diventa appuntamento delicato e
gradevole per la nostra anima.
A
Napoli è diventato famoso il "caffè sospeso": una persona paga alla cassa un
caffè che prenderà poi qualcuno che forse non se lo può permettere. Non si sa
chi, e questo è anche affascinante per chi lo offre. Abitudine che si è espansa
in altre città, anche all’estero.
E’
un pensiero all’altro, quasi come se quel caffè, che ha come sottofondo la
generosità e un pensiero buono, avesse anche un sapore diverso. Si associa all’accorgersi
degli altri, al pensare a chi è meno fortunato. Quanti caffè sospesi dovrebbero
esserci.
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