Una storia d’amore
così breve, incompiuta e inappagata: da segnare l’anima per sempre
di Marina Zinzani
(Guardando il film I ponti di Madison
County, 1995, con Clint Eastwood e Meryl
Streep)
Ci
sono pochi film come “I ponti di Madison County” che si ricordano negli anni. Nella
prima visione si è vista questa storia d’amore impossibile, incompiuta, e si è
avvertita una traccia crudele nella vita della protagonista, Francesca. Meryl
Streep le dà come sempre le sfumature, le contraddizioni, i sussulti, l’intensità
che le sono familiari. La sua vita, dopo che ha rinunciato a quello che lei
sente l’amore vero, sarà un’attesa indefinita, che vacilla fra il sogno che
aiuta a vivere e la solitudine, pur avendo una famiglia.
Film
forse datato? Forse è crudele abbandonarsi all’amore incompiuto? Clint
Eastwood, protagonista e regista, riesce anche qui a tracciare la durezza e
l’esaltazione dell’amore impossibile, con il suo stile asciutto e profondo.
Viene
da pensare a ciò che può suggerire il film: l’anima viaggia a volte, va per
conto suo, verso altre case, altri cuori, altre realtà, senza nessuna regola o
morale. E’ come un gabbiano, anela alla libertà. Il corpo è altrove, con
maschere e una precisa identità.
Ma i gabbiani volano liberi, e si confondono
con sogni, irrealizzabili e probabilmente deludenti se diventassero realtà. Ma
l’anima ha bisogno di volare a volte, per trovare conforto alle asperità del
giorno.
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