Una
giornata diversa dalle altre, in compagnia di frivoli discorsi. Non più da solo
di Giovanna
Vannini
Erano venute a trovarmi, da tempo glielo
chiedevo. Non perché avessi nulla di particolare da dir loro, solo per fare
gruppo al tavolino di quel caffè, che tanto bramavo frequentare ma non da solo.
E poi la bellezza del luogo, il passaggio lento della gente, gli arrivi in
gondola. Insomma volevo esser lì per dire che anche io c’ero. Ma, non da solo.
La solitudine mi avrebbe consegnato soltanto
occhi indagatori, espressioni compassionevoli, frasi interrotte nel mettermi a
fuoco. Solo il cameriere, ecco si lui, lui per abitudine di modi riservati e
distanti, niente di tutto ciò avrebbe fatto trapelare.
Con loro sedute al mio tavolo, accanto a me,
prese da me, protettive e gagliarde, nessuno avrebbe notato il mio volto troppo
giovane, il collo incassato nelle spalle, la gobba malcelata dalla giubba e le
mani, nodose d’artrite. Felice, ero felice, tra discorsi frivoli e risatine,
tra tutti quegli sguardi puntati su loro e il mio divertimento nell’essere
padrone non visto della scena.
Paolina, Teresa, Guendalina, Rosetta e
Miriana, mi baciarono le guance prima di andare, a turno, come un rito. Poi
Paolina fece cenno alle altre di avviarsi e tornò da me. A riscuotere il denaro
che dovevo per quel pomeriggio di amore diverso.
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