Donna alla finestra, 1925, di S. Dalì |
L’8 marzo dopo il movimento MeToo, la rivolta contro le violenze. Anche
quelle nascoste e taciute
di
Marina Zinzani
Mi
hai rotto le ossa, spaccato i denti, spezzato il cuore. O forse no, mi hai solo
offeso. Ma io sono qui, ora. Io non mollo. Vado dal parrucchiere e divento
bella oggi, trucco il mio viso, compro un profumo, faccio una passeggiata, mi
fermo al bar con un’amica, prendo un tè e dei pasticcini. Poi vado in libreria
e cerco, cerco, finché un libro mi sussurra qualcosa, e quello diventa mio amico
in questi giorni, poi guardo qualche vetrina, curerò di più il mio aspetto,
donna giovane sono, lo sono dentro, e qualche ritocco di colore ci vuole, un
foulard rosso o arancio, mi nutrirò del verde, e berrò tanta acqua.
Berrò
tanta acqua per idratare la pelle, per fare scorrere il sangue via, via, non ci
sarà più traccia delle ferite. Mi nutrirò di quadri, di musica, e mi farò
grandi risate. La luna mi parla, anche il sole mi riscalda, l’erba accarezza i
miei piedi, e perfino le stelle mi sussurrano di notte. Vita mia, io sono viva.
Peccato per te che non lo sei.
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