Giovani donne alle prese con
il mondo e le difficoltà di affermazione, la forza di chi impara a vivere del
proprio sguardo
di Mariagrazia Passamano
Il matrimonio di
Harry e Meghan: una favola dei nostri tempi oppure un sogno anacronistico?
Sentiamo ripetere la frase Meghan Markle “ce l’ha fatta”. E immediatamente ci
chiediamo: ma a fare cosa?
L’incubo è quello di immaginarsi ancora delle
piccole Cenerentole, abbandonate, povere e smarrite, dedite ad una vita di
stenti e di miserie, interdette dal non essere, ma con il piede casualmente
giusto per calzare quella scarpetta di cristallo, stretta, dura
e scomoda che segnerà l’inizio di una vita nuova, che forse non sarà migliore,
ma nuova di sicuro, non fosse altro per tutto il protocollo reale inglese che
le principesse saranno obbligate a rispettare.
Regole a tratti anche un po’ bizzarre come quella di dover dare
tre morsi alla pietanza e poi posare la forchetta. O come quella di arrotolare
la carta igienica in su e non in giù, di usare la saponetta al posto del sapone
liquido, oppure quella di non tenere riviste in bagno e, come gli altri membri
della famiglia reale, di non usare francesismi a causa dei conflitti del
passato fra Francia e Inghilterra. La regola che però meno si può tollerare è
quella che vieta la possibilità di lavorare.
Infatti la neo principessa potrà svolgere soltanto attività benefiche
e seguire il marito nelle sue missioni nel mondo, ma non potrà guadagnare soldi
lavorando. Diventare principesse, care bambine, significa oggi considerare il
proprio matrimonio un vero e proprio "lavoro", un investimento, con
titoli e sottotitoli.
Dunque ciò che siete una volta entrate a Buckingham Palace non
conta più, le laurea, i certificati linguistici, le coppe e le gare sportive e
tutte le vostre fatiche saranno risucchiate e divorate da un unico titolo:
quello nobiliare. Però per non rischiare di annoiarvi eccessivamente potrete
sempre giocare a “il rotolo di carta igienica che sfida la forza di gravità”,
sorridere e stendere la manina verso i "commons", perché voi così
comuni non lo sarete più, infatti dovrete essere sempre impeccabili, con tanto
di trucco e parrucco, ed imbalsamate in pose plastiche.
È difficile immaginare che una donna contemporanea, consapevole
e fedele a se stessa, possa accettare di barattare tutto per un titolo
nobiliare. Eh sì, perché passato il primo mese di agiatezza, di benessere e di
luxe – oh sorry, di luxury – inizierà ad averne abbastanza della scarpetta di
cristallo e a sentire nostalgia della vita vera, del proprio desiderio – nel
senso lacaniano del termine.
Quindi, care bambine, imparate a lottare per essere donne vere, per essere voi stesse fino in fondo, e le gabbie dorate lasciatele a coloro che hanno ancora bisogno della monarchia per sentirsi “reali”.
Quindi, care bambine, imparate a lottare per essere donne vere, per essere voi stesse fino in fondo, e le gabbie dorate lasciatele a coloro che hanno ancora bisogno della monarchia per sentirsi “reali”.
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