Morning sun, di Edward Hopper |
Lui più anziano, lei molto più giovane: la cronaca offre mille casi di
amori difficili. Che a volte finiscono tra pettegolezzi e inganni
di Marina Zinzani
Ci
sono storie d’amore non a lieto fine, che diventano terra di commenti,
pettegolezzi, giudizi. Lui, lei, lui doveva, anche lei però. Diventano anche
terra di silenzi, se sono storie segrete, consumate in camere nascoste, senza
potere raccontare a nessuno dell’inizio, e della fine.
Altre volte sono vissute alla luce del sole, e il riverbero del sole diventa cosa fastidiosa, perché si accompagna solo ai ricordi.
Altre volte sono vissute alla luce del sole, e il riverbero del sole diventa cosa fastidiosa, perché si accompagna solo ai ricordi.
Gli
altri e le storie d’amore: chi le vive deve esporre, raccontare, o decide non
farlo, ma si intuisce subito la discrepanza fra un sentimento e mille opinioni,
senza considerare ciò che ha portato una persona a fidarsi di un’altra, a fare
un cambio di vita, a sentire una nuova brezza nei suoi giorni, a lasciarsi
andare ai sogni e all’appagamento di una storia che sembrava destinata a
durare.
Ecco,
cosa c’entrano gli altri con i loro giudizi? Possono capire il diventare
docili, dolcemente succubi, amorevolmente
incantati per un corpo, una voce, un’anima? Possono comprendere le debolezze,
la paura della solitudine, le ore tarde della sera e il vuoto di una casa, e
una presenza che diventa zattera, salvezza da un naufragio?
I
pettegolezzi uccidono l’amore, pianta che va sempre protetta. E quando l’amore
finisce, la cosa migliore sarebbe chiudere le finestre, non parlarne, dire il
meno possibile. Per salvaguardare quella parte di se stessi che ci ha creduto,
puerile, buffa, stupida forse. Ma umana, e viva.
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