Il momento difficile
che stiamo vivendo
di Marina Zinzani
Questa notte confonde
impaurisce
tunnel misterioso
perdita di volti.
Si anela alla rarefazione
di un paesaggio giapponese
all’armonia di alberi in fiore
un delicato ventaglio
si ricerca l’alba
la grazia
oltre questa notte.
Il
volto di una vedova, di un figlio il cui padre non farà più ritorno a casa,
ucciso per un nonnulla, il volto di una donna che ha paura del minimo rumore di
notte, il volto di chi non sa dove dormire, il volto dell’amore che diventa
morte: sembra una lunga notte, in cui danzano ombre crudeli.
Tempo
che sembra acqua salmastra di un fiume irrequieto, lontani i ricordi di acque
chiare e tranquille. Si rimpiange il passato, come se ci fosse allora un vago dominio della nostra vita.
Illusioni, è il destino degli uomini camminare su terreni insicuri.
Ma
ora la notte sembra lunga, e tante cose non sembrano più scendere da un dio
crudele, ma dagli uomini che non hanno fatto, non hanno capito, che non si sono
curati dei loro simili. Che hanno rubato anche i sogni, riparandosi in palazzi isolati.
Chissà
se c’entra Dio in un treno che deraglia, o come in una scatola cinese c’è uno, poi un altro, poi
un altro dietro. E Dio c’entra poco.
La notte è lunga. “Adda passà a nuttata”, diceva Eduardo.
La notte è lunga. “Adda passà a nuttata”, diceva Eduardo.
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