Parigi, la “festa mobile” di Ernest Hemingway
di
Marina Zinzani
Si cerca una città, è da qualche parte, è Parigi forse, un tempo passato o anche presente, si cerca una strada, in una giornata uggiosa, la pioggia è caduta, pozzanghere, aria fresca sul viso, si entra in un caffè e si ordina qualcosa, si guarda dalla finestra seduti ad un tavolino che dà sulla strada, il vetro non divide il mondo di fuori, è tutt’uno, noi e la strada, noi e la città, noi e il tempo, in un luogo, da qualche parte, ove si possa essere per un momento felici.
Si cerca una città, è da qualche parte, è Parigi forse, un tempo passato o anche presente, si cerca una strada, in una giornata uggiosa, la pioggia è caduta, pozzanghere, aria fresca sul viso, si entra in un caffè e si ordina qualcosa, si guarda dalla finestra seduti ad un tavolino che dà sulla strada, il vetro non divide il mondo di fuori, è tutt’uno, noi e la strada, noi e la città, noi e il tempo, in un luogo, da qualche parte, ove si possa essere per un momento felici.
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