Il
giorno degli acquisti sfrenati, la corsa allo sconto. La ricerca di emozioni e
il valore delle cose
di Marina Zinzani
Si vedono ovunque
pubblicità sul Black Friday, la rincorsa agli acquisti che può fare risparmiare
e di molto. Cosa buona, naturalmente. Certo, viene il
sospetto che da questa frenesia venga fuori anche un acquisto di cui non si
necessita, che quello che si cerca, spesso, nello shopping è l'acquisto di
un'emozione. Si può avere, non c'è dubbio. Un abito, un trucco, un televisore
possono dare un certo brio, quando si portano a casa.
Eppure lo shopping
è spesso qualcosa che si gusta ma si dimentica un attimo dopo, una fame
continua ma di cui non si avvertono chiaramente i sapori. Si passa velocemente
ad un altro prodotto.
Un tempo, quando
la corsa all'acquisto non era così frenetica, un paio di scarpe, di buona
marca, durava anni e anni, non venivano a noia, si dava un valore a quelle
scarpe.
Oggi, che costa
tutto anche meno, forse grazie ai mercati asiatici, si predilige la quantità,
l'estetica più che la sostanza, e si tende ad accumulare. Forse sempre in nome
di quella ricerca di emozioni continua, che si trova difficilmente in giro.
Forse per questo la si cerca negli oggetti.
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