Il riordino della casa. Cose smarrite, oggetti inutili, preziosi o restituiti a nuova vita. I ricordi che ci riportano al
passato. E talvolta ci guidano nel presente
di
Laura Maria Di Forti
Lo ammetto,
sono senza forze, stremata di fatica per aver pulito, messo in ordine, voltato
e rivoltato ogni cosa. Ho trasformato un vecchio lenzuolo in pezze con cui ho
lavato, mondato, eliminato vecchie polveri e nuovi segni di recente pittura. Ho
buttato antichi ricordi ormai appassiti, cianfrusaglie inutili e
ingombranti e avrei esagerato in questo lavoro di abbandono di cose e di
memorie se non ci fosse stata la presenza di mio marito che tutto vuole tenere,
conservare e riutilizzare.
Lui è come una
formica che porta nella tana ogni briciola, anche la più piccola ed
insignificante, perché granitico nella certezza che presto o tardi servirà, e
talvolta ha ragione lui. Ha più e più volte ridato vita ad oggetti che sembravano
del tutto privi ormai di impiego, trasformandoli e rendendoli irriconoscibili e
dando loro la medaglia dell’utilità.
Ma ritornando
alle fatiche dovute al restauro della dolce
dimora, ritinteggiare le pareti dà modo di rivedere l’ordine dei mobili,
degli armadi e dei loro contenuti. Quando si mettono le mani dentro ai cassetti
con occhio indagatore e non con la solita abitudinaria superficialità, si
vedono chiaramente tutti gli errori fatti nel momento dell’acquisto e allora ti
chiedi perché l’ho comprato e dove avevo la testa?
Talvolta
saltano fuori giocattoli rotti o vecchi giornali ma soprattutto vestiti troppo
piccoli di un tempo, quando si era più giovani e più magri e sicuramente più in
forma e, naturalmente, borsette ormai fuori moda. Non di rado sbuca da un
cassetto un orecchino che si credeva perso.
E poi ti
domandi cosa fare di tutti i peluche con cui sono cresciuti i figli, allora li
metti in lavatrice e li porti in parrocchia dove, ti dicono, verranno dati ad
altri bambini e finalmente ti senti sollevata, ti convinci che almeno
serviranno ancora, di nuovo saranno compagni fedeli in notti piovose o
pomeriggi solitari.
Ma quando ho
rivisto l’orso bianco con cappello e sciarpetta di lana rossa e verde che avevo
regalato a mia figlia prima di partire per Parigi dove abbiamo vissuto per
sette bellissimi e meravigliosi anni, allora ho pensato fosse doveroso tenerlo.
Era troppo forte il ricordo di lei che se lo stringeva al petto in aeroporto e
poi sull’aereo e quindi sul taxi che ci ha portato nella casa di Rue de
Reuilly. Come abbandonarlo? Non poteva restare orfano e nemmeno venire adottato
da un’altra famiglia. Lui no, lui, ho deciso, sarebbe rimasto in famiglia.
Pulire casa non
è quindi soltanto ritrovarsi con la schiena dolorante e le mani screpolate, è
anche rivedere oggetti che hanno accompagnato la tua vita, nel bene e nel
male. Ma come dicevo, non si può tenere
tutto. Bisognerebbe avere una casa enorme o una cantina immensa dove conservare
ogni singola cosa che abbiamo comprato o che ci è stata regalata, tutto ciò che
abbiamo desiderato, che abbiamo visto, amato, usato. E invece dobbiamo
scegliere, lasciare che siano i ricordi a parlarci di tutti i momenti belli,
entusiasmanti, degli anni felici in cui eravamo giovani e guardavamo al futuro
con speranza e con mille, magari confuse, ma pur sempre splendide aspettative.
Ho
ritinteggiato le pareti, ho dato ordine e lucentezza alla casa e allo stesso
tempo ho ricordato, rivisto nella mente tanti giorni belli, sereni, tanti
momenti di euforia, la voglia di stare insieme e di divertirci. In fondo, si
tende a ricordare solo i momenti più belli e chi se ne importa se di tanto in
tanto ci sono state baruffe, litigi e malumori se poi tutto si è risolto e
siamo sempre e ancora insieme e ci chiamiamo al telefono e ci messaggiamo di
continuo, condividendo nuove idee, nuove foto, creando ancora legami?
I figli se ne
vanno, è logico, e i genitori rimangono a risistemare la casa e a togliere
letti e a creare studi in camere ormai vuote. Ma quando senti trillare il
telefono e i figli ti chiedono se la sera possono fare un salto e magari
cenare, allora sai che, in fondo, non è cambiato nulla, gli affetti, i legami
sono sempre forti e non si cancellano certo con una ritinteggiata alle pareti.
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