La mente ripercorre le
vicende familiari. Gioie e traumi: cosa ne resta nel destino dei figli
di Marina Zinzani
Le
turbolenze, l’alta quota, le vertigini. La paura di volare. Il desiderio di
librarsi in volo, nonostante tutto. Le incognite del giorno dopo. La supremazia
della ragione e gli affanni segreti dell’inconscio. La moralità e il
perbenismo, l’anticonformismo come ribellione segreta. Le similitudini, eventi
paralleli che sembrano familiari. I segreti delle carte da gioco. La roulette
in cui si punta molto, in cui si perde molto.
Pensieri
di una domenica, appunti. Una psicologa e i suoi pazienti, voci narranti che
aveva incontrato durante la settimana, frammenti di esperienze, di dolori, che
aleggiavano ancora nella sua mente. Tappe di percorsi, ogni settimana un’altra
tappa, verso la scoperta di qualcosa, verso i luoghi oscuri della storia di una
persona. Anche del suo passato, anche del passato dei suoi genitori.
Una
domanda le veniva, in quella domenica oziosa, in casa, mentre fuori una
pioggerella persisteva dalla mattina. Qual era il patrimonio che un figlio si
portava dietro? Non solo genetico, ma emozionale? Il dolore di un padre, una
brutta esperienza della madre, una madre problematica quali ripercussioni aveva
sui figli? Un condizionamento che diventava briglia da cui sembrava impossibile
liberarsi, perché erano parte integrante di una personalità. E qual era allora
la vera personalità del figlio?
Tutta
la vita a cercare di ritrovare la personalità originale, ma esisteva veramente?
O era un contenitore alchemico di esperienze dei genitori, e anche, perché no,
dei nonni? Memorie e affanni che avevano condizionato.
La
psicologa non riposava, la mente percorreva sentieri tortuosi, e forse non
avrebbe mai trovato le risposte che trovava. Se anche le avesse trovate,
sarebbero rimaste sue, erano probabilità più che altro. Un padre debole aveva
forse creato una figlia insicura, un padre ambizioso aveva forse segnato il
destino di un figlio, la sua difficoltà nell’accettare una sconfitta.
Si
fece un tè, la psicologa, e i pensieri si dispersero nell’aria, bevendo un
sorso di quella bevanda calda, mentre fuori continuava a piovere, avrebbe
piovuto tutta la giornata, dicevano.
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