Nel dopoguerra, un femminicidio fece
molto discutere. La più bella ragazza del posto, tanti i
sospettati, ma la verità non fu mai scoperta. I segreti della strada che porta al bosco
di Davide
Morelli
Venne
definita "la bella Elvira" perché era la ragazza più bella di Toiano,
un borgo ridente della provincia di Pisa, sulla strada che da Forcoli porta a
Castelfalfi. Era poco più che ventenne la vittima. Toiano era un paese di
contadini e di botri. Questo femminicidio
avvenuto il 5 giugno del 1947 assurse alla cronaca nazionale.
Fu noto anche come omicidio del Corpus Domini. La bella Elvira si recò alle due del pomeriggio alla fonte del bosco con la brocca per andare a prendere l'acqua. Le fu tagliata la gola. La ferita era così profonda ed estesa che per poco non fu decapitata.
Fu noto anche come omicidio del Corpus Domini. La bella Elvira si recò alle due del pomeriggio alla fonte del bosco con la brocca per andare a prendere l'acqua. Le fu tagliata la gola. La ferita era così profonda ed estesa che per poco non fu decapitata.
La
bella Elvira abitava poco distante dal luogo del misfatto. Fu processato il suo
fidanzato Ugo con cui avrebbe dovuto convolare a nozze. Questo fatto appassionò
molte persone, richiamò curiosi che si assieparono fuori dal tribunale in
attesa della sentenza. Ugo fu assolto fu assolto per insufficienza di prove dalla
corte di assise di Firenze. Ciò significa che per la giustizia del tempo era
lui il colpevole, anche se non avevano prove. A quei tempi non c'era la prova
del DNA. Non c'erano i riscontri oggettivi dell'investigazione scientifica
odierna. I carabinieri si basavano sulle testimonianze. Molto spesso cercavano
di ottenere comunque una confessione.
Per
il popolo Ugo era innocente senza ombra di dubbio. La bella Elvira era anche
domestica di una agiata famiglia, che possedeva una tenuta nei pressi di
Toiano. La popolazione riteneva colpevole il figlio di questa famiglia, che
venne chiamato il signorotto. Per alcuni c'era una storia tra lui e la bella
Elvira: una storia destinata a finire perché dopo il matrimonio la bella toianese
non sarebbe più andata a lavorare là. Per altri si trattava solo di un
corteggiamento insistente. Il signorotto venne però scagionato subito. Aveva un
alibi. Aveva preso una multa a Roma il giorno del delitto.
C'è
da dire comunque che se oggi si può trovare un medico che fa un falso
certificato di malattia, assecondando un cittadino qualunque, immaginiamoci a
quei tempi se un ricco e potente non trovava qualcuno compiacente! Altri
pensarono che il colpevole fosse il padre perché non tollerava più le libertà
della Elvira. Ma va anche considerato che a quei tempi vigeva una doppia
morale. Da un lato c'era la morale sessuale cattolica-contadina da rispettare
teoricamente. Dall'altro lato c'era la prassi: si pensi solo alle migliaia di
ragazze che si erano concesse in tempi di guerra ai tedeschi per qualche tozzo
di pane e durante la liberazione agli americani per riconoscenza o per pochi
spiccioli.
Secondo
alcuni però il fidanzato Ugo era molto geloso e il padre della ragazza molto
all'antica. La bella Elvira avrebbe avuto qualche flirt secondo alcune voci di
paese, ma la voce del popolo non è sempre voce di Dio. Il caso è rimasto
irrisolto. L'autore di un crimine così efferato poteva essere chiunque. Non
solo un residente ma anche uno di passaggio. I carabinieri ritennero che fosse
un delitto passionale. Non sapremo mai se a torto o a ragione. Né come sono
andate realmente le cose. Di questa triste storia restano solo supposizioni e
voci di un paese, che non c'è più. Su questo caso poeti pisani hanno scritto
versi. Gli spettacoli teatrali che trattavano questa vicenda hanno sempre fatto
il pieno. Ora naturalmente i protagonisti sono tutti morti.
Ugo
è morto a novantuno anni portandosi nella tomba la sua verità. La villa del
signorotto ha cambiato più volte proprietà. Toiano oggi è un paese fantasma. Ci
vanno solo a fare le escursioni. Come i ciclisti. Il paesaggio è incantevole. I
calanchi sono uno spettacolo della natura. È senza ombra di dubbio un luogo
ameno, anche se disabitato ormai. Resta quella fonte e il cippo funebre della
bella Elvira sulla strada sterrata che porta al bosco. Su quella stradina resta
solo una foto sbiadita che ha immortalato la bella Elvira nel fiore degli anni.
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