In
molti commenti sul coronavirus si avverte una
mancanza di senso critico che sa di autoconsolazione: il difetto di memoria
sugli errori del passato e sulle questioni sociali irrisolte
di Bianca Mannu
I
media e il corona virus. E poi le reazioni degli italiani di fronte a tutte le
limitazioni della loro libertà. E’ presente un
atteggiamento "patriottico" davvero strabico e rivolto a
carezzare una presunta bontà di posizione e di naturale costituzione, attenta
ad evitare, a ogni notazione, il più lieve schizzo problematico, volto all'interno o
al di fuori.
Non
circola neppure un refolo di autocritica o di acutezza, mentre corre abbondante
un gel autoconsolatorio, di cui meno abbiamo bisogno, dovendo scontare enormi
smemoratezze e defaillances di ogni genere.
In
un momento simile, molto al di sotto del rigo della reiterata sottrazione
a favore di un individualismo acquisitivo adunco, avremmo bisogno di
sollecitare, insieme con le qualità di un riattingibile (perché negletto) senso
sociale, uno sguardo più sagace nei confronti di realtà e di persone,
uscite di colpo dal raggio visivo, peraltro fino a ieri continuo e carico
di sospetto, se non di conclamata avversione.
Per questo
non siamo quasi in grado di offrire una visibilità realistica, autocritica
e opportunamente diretta all'inclusione non parolaia; se non altro, a tutela
dell'egoistico interesse di una gran parte di persone che per vari
gradi può contare nell'effettuale protezione sistemica.
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