La sorte della scuola al tempo del coronavirus. La promozione automatica:
una necessità con molti pericoli
di
Paolo Brondi
Siamo in preda al tempo severo e frustrante della pandemia,
e della leggerezza. La sensazione di levità e di leggerezza è quella che si
prova nel leggere ciò che si decide sulla attuale e prossima sorte della scuola
e degli alunni: la scuola non si riapre; gli alunni tutti promossi, rimandando
a settembre il recupero di qualche disciplina con merito insufficiente.
Panacea sugli esami di terza media e su quelli di maturità.
Non si intravede confronto possibile con la scuola dove erano fioriti gli
umanesimi e gli stili raffinati, e con l’aspra, ma dolce e promettente, fatica degli alunni in apprendimento. E’
presumibile che lo spirito degli alunni, in tal modo valutati, si riempia di
assai scarsa sicurezza e che il tutto possa diventare segno in loro di voci
vuote che passano lontano.
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