Straniti e preoccupati, riversi sui
libri a casa o spersi in mille pensieri: la gioventù alle prese con il Covid-19, il domani nelle loro mani
di Cristina Podestà
In questo momento i
ragazzi, gli adolescenti, sembrano spariti nel nulla, nessuno li sa raccontare.
Sicuramente tengono fissa la testa su computer, iPad, tablet, phone: fanno
lezioni online, studiano e si sentono perduti. Alcuni li sento, mi chiamano, cominciano
ad avere paura dell’esame di Stato, dell’università. Vorrebbero tornare alla
normalità ma, anche, la temono. Ex alunni preoccupati chiedono conferme.
Chiusi nelle loro difficoltà
spesso hanno la testa tra le nuvole, vivono sdraiati sul letto oppure fanno una
corsa in giardino con la mascherina che appanna gli occhiali, fa venire l’affanno,
non torna bene per muoversi.
Pochi si occupano di
loro. Convivono con genitori impegnati in nuove tipologie lavorative o improvvisamente
troppo liberi o preoccupati di arrivare a fine mese; oppure attenti ai nonni anziani
e ai fratellini più piccoli. “Tu stai zitto, sei giovane!” “Non lamentarti, sei
grande!” “Vai a studiare che io ho da fare”. Sono diventati un'emergenza
nell'imprevisto.
Ogni tanto una videochiamata
con un compagno di scuola, abbattuto e triste. La ragazza più carina, conquistata
a fatica, chissà adesso se avrà cambiato idea; la voglia di non parlare con
nessuno, il sonno arriva sempre più tardi. Ogni mattina uscivano svogliatamente
di casa, arrivavano in ritardo a scuola, si ubriacavano il venerdì sera,
correvano all’impazzata sugli scooter.
Ora proiettano le loro
ansie contro il muro di casa: come finirà questo anno scolastico, quando
potranno uscire, con chi potranno parlare visto che a questa fase della vita
corrisponde il completo rifiuto della famiglia? In effetti pare che si stiano
comportando bene, usano perfino pochissimo i social e solo come diversivo. Non
polemizzano, non bullizzano, non scherniscono né prendono in giro, hanno
conosciuto la paura e l’incertezza del domani.
Non valutano le
decisioni del governo (eppure dovrebbero, all’esame di Stato bisogna dimostrare
di avere capacità critica e conoscere la Costituzione!), non sono a favore né
contro, non sono neppure più arroganti e prepotenti. Sono straniti e scioccati,
rattristati e preoccupati ma non chiedono niente a nessuno, non parlano, si
estraniano e preoccupano. Se cercano qualcuno si rivolgono ai loro insegnanti,
e questo ricompensa parecchio le loro frustrazioni.
Il domani è nelle loro
mani, dobbiamo tenerne da conto. Sono coloro che guideranno il nostro Paese,
bisogna occuparcene, affiancarli, destarli da questo sonno annoiato, da questa
pace eccessiva e da questa atarassia esagerata in cui sono caduti. Sveglia ragazzi,
poi passa! Forza, tirate fuori i denti e le unghie, arrabbiatevi e diventate
combattenti. La vita va aggredita non subita alla vostra età. Un viaggio dopo
l’esame, una festa di laurea sono solo rimandati non soppressi. Attivatevi,
fatevi sentire, siamo nelle vostre meravigliose mani.
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