La scoperta del talento puro: Mario Corso e la sua Inter
di
Marina Zinzani
L’amato
zio sta dormendo nella sua stanza. E’ ora di andare, e lui, il nipote
prediletto, non vuole andare via senza salutarlo. Non sa cosa fare, tentenna,
non vuole disturbarlo ma neanche andare via così, senza un saluto.
Allora,
mentre i genitori si stanno preparando, va davanti alla porta della sua stanza,
è socchiusa, ed entra timidamente. Lo zio sta proprio dormendo, e non si sa
perché dovrebbe svegliarlo ora, è cosa inopportuna, ma il suo desiderio di
salutarlo è troppo forte, si è andato a coricare dopo un pranzo importante e
lasciarlo così, senza una parola... No.
E’
lì sulla porta e dice a bassa voce “Ciao zio, andiamo via.” E’ la voce di un
bambino dubbioso, ma arriva lo stesso alle orecchie dello zio che si sveglia di
soprassalto. Proprio di soprassalto. “Cos’è?” chiede contrariato. No, non è
contrariato. E’ proprio adirato per questo risveglio improvviso.
Il
bambino ci rimane male, lo zio è quello che gli racconta storie, mondi
interessanti, aneddoti, che sa usare le parole come pochi, che anche scrive
come pochi. Ci rimane davvero male il bambino, e sul suo viso è scesa
l’oscurità. Ha disturbato. Gliel’aveva detto suo padre che lo zio dormiva, e
non andava disturbato.
Il
mondo dei grandi è complicato, e quella che è accaduta è una piccola ferita.
Non aveva mai visto lo zio adirato con lui, e quel suo sguardo lo ha fulminato.
E’
ancora serio il giorno dopo il bambino, quando lo zio lo va a trovare. Ha un
regalo con sé. Un regalo per farsi perdonare. Non gli riesce di trovare le
parole, all’uomo che si pente di essersi arrabbiato con lui il giorno prima, ma
il regalo parla. Racconta storie. E’ un regalo che piacerà. Che riaprirà
dialoghi e storie da condividere, in nome di una comune passione. Un cerotto
sulla ferita. E oggi un nome.
Mario
Corso. Mario Corso è morto, mitico calciatore dell’Inter, e quel libro si
intitolava “Mario Corso vi insegna il calcio.”
I
ricordi tornano, ci sono le nebbie, le persone spariscono, si allontanano una
ad una, persone amate, come se entrassero in un paesaggio proprio di una
nebbiolina crudele, e poi non si vedono più.
Mario
Corso e lo zio, due mondi lieti che si sono incrociati, che hanno arricchito il
bambino di cinquant’anni fa. La mitica Inter. Sarti, Burnich, Facchetti, Bedin,
Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso. Formazione imparata a
memoria, che rimane nella memoria. La nebbia ne ha avvolto tanti. Rimangono i
ricordi: lo zio che arriva con quel libro in mano, per farsi perdonare.
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