Suoni di altri tempi, volti che appartengono al passato
di Cristina Podestà
Me ne accorgo all’improvviso.
Certi rumori non accompagnano più le nostre vite: il gettone telefonico, il
ruotare del disco del telefono di casa, i suoni dei tasti della macchina da
scrivere. E molti altri suoni che vivono ormai soltanto nei nostri ricordi.
Come il rumore del
registratore quando lo si faceva partire o il nastro che si riavvolgeva. Eppure
era appena ieri, questo mondo fatto di ingranaggi e pulsanti dei quali oggi, di
colpo, sento la mancanza.
Non possiedo grandi
virtù: tendo a razionalizzare troppo, non sono molto responsabile, sono troppo
disimpegnata. Queste erano le caratteristiche con cui mi dipingevi tu, ai tempi
degli ingranaggi e delle schede telefoniche.
Tutto questo mi torna
ora alla mente, perché proprio oggi sto maledettamente pensando a te. Vi sono
circostanze in cui formulare delle previsioni è inevitabile ed io avevo fatto
dei pensieri sul mio futuro con te. E avevo sbagliato.
In un giorno di aprile
mi avevi rinfacciato tutto il brutto che c’è in me, e mi avevi scaricato. Avevo
avvertito una punta di fastidio narcisistico ma ero abituata a quel tipo di
percezione. Normalmente infatti conoscevo la sensazione dell’assenza, di ciò
che mi mancava e di cui ero sprovvista.
Consapevole come
nessuno, ero perfettamente conscia dei miei limiti. Spesso il mio io fa i conti
con sè stesso, poiché è altro da sè e dunque si contempla e si interroga
dall’esterno. E sa criticarsi. Ma sottolineati da te, questi difetti mi
pugnalarono.
Avevo frequentemente
tenuto atteggiamenti seduttivi per sollecitare conferme, ma poi in fondo avevo
un minimo di credibilità in me, tanto da credere al tuo amore.
Invece è andata così, e
mi consolo con il mestiere che ho scelto e mi gratifica. Mi chiamano consulente
filosofico, detto più volgarmente sono una psicoterapeuta che aiuta le persone
con problemi e disagi esistenziali. Cerco di indirizzare a trovare un metodo,
una specie di schema filosofico che possa guidarle a superare le loro
difficoltà. Sono sofferenze personali, non esattamente malanni, ma possono
inficiare la vita della gente. E io le aiuto a venirne a capo.
Questo sono diventata.
Con tutti i limiti che mi hai rinfacciato quel giorno. E sono finalmente
soddisfatta di me. Forse tu non lo saprai mai, né quanto male mi hai fatto
allora, né quanto adesso invece io sia realizzata e felice. Ma oggi mi sei
passato per la mente. Ed ho voluto dirtelo.
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