di Cristina Podestà
Ti guardo allo specchio e ti riconosco. Lo sguardo è lo stesso, o almeno io vedo lo stesso di qualche anno fa. Ma so che non è così, è la regola che non sia così. Però devi cercare di mantenerlo quello sguardo quasi innocente e spaurito, che si affaccia sul mondo ancora sconosciuto, almeno in parte.
Poi scorgo rughe che sono segnale di vita vissuta e stanchezza, di delusioni, di battaglie perse. Scopro che sei cambiata, volente o nolente, che hai pianto tanto, vissuto dolori e molto altro che ti ha resa fragile, ma hai anche riso tanto e avuto grandi emozioni, immense soddisfazioni e la dolcezza di attimi impagabili.
Mi devi promettere ancora di sorridere di più, di non farti fagocitare dalla paura e dalle difficoltà. Ce la devi fare a guardare ancora avanti, a sperare in un mondo più pulito e in grado di sconfiggere questa cosa terribile che ci costringe a una vita sospesa e insoddisfacente.
Sai, come diceva De Crescenzo, il tempo è bidimensionale e si può vivere in lunghezza e in larghezza, dipende da ciò che si sceglie. Così, vivendo in larghezza, compiendo qualche sciocchezza, colorando i giorni con alcuni momenti di follia, il tuo tempo è stato vissuto bene, e ora ti senti la metà dei tuoi anni e conservi ancora parte della spudoratezza e della meraviglia che non riscontri in molti della tua età.
Sii sempre te stessa, a testa alta e orgogliosa di ciò che hai fatto, di ciò che sei stata e sei ancora. Perdonati gli errori, non essere così intransigente con te stessa, soddisfa le tue esigenze. Devi recuperare il tuo tempo. Sappi che ti voglio bene.
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