di Marina Zinzani
La rabbia non esplode per una cosa da niente, a volte sì, ma spesso la rabbia è parente dell’indignazione, della rivendicazione, dal senso di ingiustizia.
È vitale per guarire da certe malattie. Diventa espressione di tormenti segreti, di offese subite, di amarezze celate, che hanno corroso l’anima e poi il corpo.
L’ascolto, l’accettazione di questo fuoco che tormenta dentro può farlo piano piano spegnere, come se l’ascolto fosse un’acqua purificatrice.
Il perdono, che da un lato pare andare oltre e chiudere la pagina, può provocare anche malessere, se non si è fatto il giusto percorso di rabbia.
Il non provare rabbia, nella società civile, confina spesso con il disinteressamento, la rassegnazione, niente può cambiare, è tutto inutile, sono concetti che diventano mantra di coscienze addormentate.
Rabbia e liberazione dalla rabbia: alla fine il muovere un tormento, il superare. Può essere salvifico.
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