Lo stesso orizzonte nel tempo
di Marina Zinzani
Se la saggezza mi venisse data alla condizione esclusiva di tenerla racchiusa in me e di non poterla esprimere, la rifiuterei: senza un compagno, nessun bene è un possesso piacevole. (Seneca)
Si parla molto di amore, in tutte le forme. È una parola che appare di continuo, il cui significato, quando una storia nasce e finisce, è misterioso.
La nascita di un sentimento è una fioritura, è primavera, è il canto degli uccelli, è la rugiada su una foglia, è una trasformazione del mondo, che appare sotto occhi diversi. Tutto è inondato di un piacere sottile, in una sorta di velo che ricopre anche la più insignificante quotidianità, ed è un velo fatto di dolcezza, di incanto, quasi uno stato di grazia.
La fine di un amore fa emergere alla mente una parola ben precisa: fraintendimento. Si credeva una cosa ed invece era altro. Si credeva in un progetto comune, in un percorso fatto sì di ostacoli, ma pieno di entusiasmo, la sensazione di affrontare tutto insieme diventava forza, e si pensava fosse anche questo l’amore. Invece, alla fine, quando la metafora delle foglie secche in una giornata d’autunno sembra quella più vicina al proprio cuore, si comprende che si è frainteso il valore, la personalità, l’interiorità della persona che si era amata.
In mezzo a questo, c’è un aspetto che forse è la chiave di tante storie che durano, anche fra alti e bassi perché così è la vita, mai perfetta, spesso piena di sfumature e contorni anche ombrosi, e questo aspetto è la condivisione. Il condividere è il dare, il guardare lo stesso orizzonte e non sentirsi soli, una cosa è divisa in due, condivisa quindi.
Seneca dice che senza un compagno nessun bene è un possesso piacevole. Senza un compagno la vita è più difficile.
Amore
RispondiEliminaEssa stessa una cosa misteriosa
Non confinabile dentro ai limiti delle parole
Grazie Liana