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mercoledì 22 settembre 2021

Petali

La difficoltà di credere alle persone


di Marina Zinzani

Mi hanno piantato dentro così tanti coltelli che quando mi regalano un fiore all’inizio non capisco neanche cos’è. Ci vuole tempo. (Charles Bukowski)

Aspetta. Non correre. Vai con passo lento, non aver paura. La paura può peggiorare le cose. Chi c’è dietro di te? Una persona malintenzionata, sicuramente. Devi stare attento. È tutta la vita che stai attento, e non è mai abbastanza.
Sinfonia di archi che hanno suonato fuori tempo, con un direttore d’orchestra che si è presentato sul palco poco preparato, non sapeva dirigere gli orchestrali, neanche conosceva a fondo gli strumenti forse. Note poco armoniose, silenzi imbarazzanti.  Nessuna voce si è levata come proveniente dal cielo, nessun suono ha riportato in mente musiche celestiali. Non per te, questo non è successo a te. Teatro di second’ordine, improvvisazione, nessuna melodia, né poesia, né applausi. Solo stonature, silenzio, anche rabbia, alla fine: così è stata la tua vita.
Il tuo concerto infelice ha portato ogni giorno ad una fuga: l’uomo in esilio, il difendersi le spalle. Come un fiore a cui è stato strappato un petalo, e poi un altro, e poi un altro ancora, corolla che ha perduto il suo splendore. Se c’è stato, uno splendore.
Ti hanno strappato dei piccoli pezzi, sì, come a quel fiore. Credevi al tuo compagno di scuola, poi al tuo migliore amico, poi alla donna che ti fece perdere la testa, poi a chi ti prometteva un lavoro da sogno. Piccoli coltelli ogni volta, piccole ferite che hanno lacerato il corpo, la carne ha cicatrici nascoste, chi ha lo sguardo attento può vederlo dal sorriso, sorridi poco, sorridi a fatica. E il tuo mondo è sempre più luogo di disincanto. Non credere alle persone, te lo diceva la santa di tua madre!
E così cammini, nel buio di una serata buia, dopo un giorno grigio. Attento alle spalle, a chi c’è dietro! È pericoloso, non devi dare confidenza, hai capito? Quella persona potrebbe aggredirti, lo sai, vero?
Qualcuno ti chiama. Ti giri. Una donna, la conosci quella donna. Avete parlato una sera in un bar, non è stata neanche una brutta serata. Anzi. Ma chi ci crede più alle donne.
Lei ti parla ora, ha una voce bassa, è quasi timida. Sotto la luce del lampione ne vedi gli occhi. Hanno dentro il mare, le onde, la tempesta. Lei ti dice qualcosa sulla serata che avete trascorso assieme. Dice che ti ha pensato, nei giorni a venire. 

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