(Angelo Perrone) In quanti modi si può declinare il concetto di giustizia? Sicuramente molti, trattandosi di una nozione densa di significati e di grande spessore concettuale.
Accade la stessa cosa per altri termini di analoga forza simbolica, per esempio libertà o uguaglianza, che per tale ragione sono posti a fondamento della Costituzione repubblicana.
Sembrerebbe naturale che, al moltiplicarsi dei contenuti e al variare degli ambiti applicativi, corrisponda un fronte ampio di problematiche e quindi di interventi riformatori.
Sennonché, a seguire la politica e la cronaca - la discussione scientifica è altra - su una materia tanto incandescente come la giustizia, l’individuazione dei problemi, e quindi dei rimedi, non è sempre convincente. Qualcosa non torna, o sfugge all’attenzione.
Di cosa si tratta esattamente? C’è uno “scarto” tra l’argomento generale (la riforma della giustizia), il tema proposto nell’occasione (cioè l’aspetto da affrontare), e infine la modifica suggerita. Come se ci fosse un eccesso, o un difetto, o un parlare d’altro. Solo suggestione?
Il raffronto fra queste dimensioni evidenzia un’interpretazione parziale, o artificiosa, che denota sovrapposizione di intenti non sempre coerenti con il miglioramento della giustizia. Così non si trovano soluzioni adeguate.
Si identifica il tutto con una parte: un’operazione rischiosa perché il punto sollevato deve essere ben scelto e ponderato, avere un ruolo significativo. Serve la consapevolezza della complessità. In questo modo di procedere, l’esame delle questioni si mostra inappropriata, se non arbitraria o diretta a conseguire altri scopi.
Guardando alle vicende più recenti, la riforma della giustizia è fatta coincidere con oggetti (istituti processuali, modifiche ordinamentali, interventi istituzionali) sempre diversi, ed eterogenei, senza l’avvertenza che si tratta di uno dei possibili aspetti, da soppesare a fondo e coordinare ad altri.
Anzi talvolta emerge la sicumera di chi ha finalmente in mano la soluzione magica, chissà perché sfuggita agli altri. Ma la magia non esiste, crederci è fuorviante.
La discussione sulla giustizia soffre in primo luogo di variabilità concettuale, semplificazione della complessità, eterogeneità dei fini.
Prima del merito di questa o quella riforma servirebbe per un momento soffermarsi su questo punto, perché da ciò dipende tutto il resto, anche la bontà delle proposte, oltre alla valutazione degli effetti. Un buon approccio può fare la differenza.
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