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sabato 7 maggio 2022

Quello che siamo

di Marina Zinzani

“Io non voglio cancellare il mio passato, perché nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi. Anzi ringrazio chi mi ha fatto scoprire l'amore e il dolore, chi mi ha amato e usato, chi mi ha detto ti voglio bene credendoci e chi invece l'ha fatto solo per i suoi sporchi comodi. Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.” (Oscar Wilde)

Si devono ringraziare i propri nemici? Domanda astrusa, surreale, con un’apparente semplice risposta. E la risposta è no. Si poteva fare a meno di loro, la vita sarebbe stata diversa, i prati più verdi, il cielo più azzurro, le margherite sarebbero apparse in tutta la loro bellezza.
Invece i prati sembravano incolori, il cielo perennemente neutro, sotto l’influsso del proprio grigiore, e le margherite fiori di cui accorgersi una volta soltanto, senza dare loro troppa importanza.
No, i nostri nemici non si devono ringraziare. Ma sono stati artefici. Sono stati mezzi per far trovare la nostra forza, per affermare la nostra voglia di rivincita, di riscatto, o semplicemente la voglia di vivere. Sono stati rovi attraverso cui farsi largo, sono stati le stagioni passate in fretta senza colore, ma per un giorno il colore l’abbiamo trovato ed apprezzato, ed era una piccola vittoria.
Ogni nemico è stato un operaio che ha creato quello che siamo diventati. La nostra attuale serenità, fragilità, forza, umanità è il risultato della loro sconfitta.

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