di Cristina Podestà
Il fraseggio dei tuoi occhi mi risveglia dal torpore. Antiche nenie di pastori rispondono al palpito del cuore, in un mare di parole che non ascolto mi tuffo, sempre stretta al tuo braccio.
Sboccia il cielo di stelle antiche, ormai consumate ed esauste mentre una scia di promesse si perde e frantuma nell’aere.
Poi, improvviso, il silenzio imperturbabile di un brivido, ondeggiante come di flutti increspati e nuvole di panna montata. Ed ecco, infine, la Stella.
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