di Cristina Podestà
Quel giorno Vivien si accorse che il tempo era una cosa strana: noi siamo viaggiatori inconsapevoli di un viaggio già predisposto secondo l’ordine che il tempo ha stabilito per noi.
Non volendo seguire nulla senza deciderlo autonomamente, Vivien si ribellò.
Provò così a fare modifiche: si svegliava e restava a letto ferma per non cedere alla tentazione di uscire e stravolgere così l’ordine solito delle cose, oppure cercava di correre in tempi diversi su scogliere mai praticate prima.
Insomma rendeva variegato ogni suo movimento, cambiava l’ordine delle sue giornate, rivedeva i suoi progetti modificando. Voleva confondere il tempo, amare l’irraggiungibile in tutte le sue sfumature.
Ma il tempo faceva il suo corso: le stagioni variavano ugualmente, le convenzioni erano le stesse, l’alternarsi del dì e della notte restava il medesimo.
Stanca di mutare ogni sua idea per ingannare il tempo, un giorno decise di lasciarlo fare.
Così si lasciò andare lentamente sulle ali della nostalgia, si adeguò ad ogni iniziativa seguendo il percorso più o meno tracciato. E si accorse di stare meglio, di vivere intensamente istanti meravigliosi e momenti di gioia.
Non opporsi al tempo era molto più semplice, viveva adesso i suoi piccoli attimi di felicità e cominciò in tal modo ad avere rispetto di ogni fase della vita, secondo ciò che il tempo aveva programmato per lei.
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