di Marina Zinzani
Quello che cambia non è solo un volto, un corpo, un insieme di relazioni, quello che cambia è anche il modo di percepire le cose. Arriva il disincanto, si attenuano le aspettative, si ritiene di avere visto molto, che quelle persone incontrate, portatrici di storie, esperienze, siano gli incontri definitivi di una vita.
Quello che cambia è a livello interiore, e se lo scenario appare dolente, confuso, portatore di poche novità, è anche vero che bisogna cercare dal profondo la spinta per rendere diverse le cose. Accettare, accettarsi. L’imperfezione come compagna di tutti. Il navigare a vista.
Ma quel navigare a vista può portare per magia a percezioni che difficilmente si hanno nel correre dei giorni, percezioni preziose che possono creare un divario fra il mondo di fuori e il mondo di dentro. E quel mondo di dentro può essere delicato e sottile come una tazza di tè in pigiama la sera, o il sorprendersi a ridere all’improvviso quando si ha perduto il gusto del ridere.
In quel mondo, corazza, giardino, castello, si può decidere chi far entrare e chi no. Tutto questo può avvicinare all’armonia.
Quello che cambia è dato da una bacchetta magica che abbiamo dentro, pensa Setsuko in riva al fiume. Chiudendo gli occhi, lontano da tutti, nel silenzio, si può percepire quella bacchetta, dono di un dio lontano, dimenticato.
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