di Marina Zinzani
Ci sono delle domande che uno si fa di fronte ad un’opera d’arte, un dipinto ad esempio. Il pittore non è famoso, il nome non dice nulla a chi guarda la sua opera. Eppure si resta davanti al suo quadro in stato di totale stupore. Si percorrono i tratti di un viso, si è catturati dal luccichio degli occhi, dagli intarsi di un vestito.
Mentre si ammira il quadro sorge una domanda: perché quel pittore non ha conosciuto la fama di altri artisti del suo tempo? Quegli artisti che hanno fatto la Storia, i cui quadri sono battuti alle aste a prezzi impensabili. D’accordo che tanti hanno conosciuto la fama dopo la loro morte, e in vita hanno venduto pochissimo, ma di fatto il loro talento è stato poi ampiamente riconosciuto.
Forse il pittore di cui si ammira il quadro non era andato a Parigi negli anni 20, in quel fremente ritrovo artistico che ci ha lasciato così tanto. Parigi come centro del mondo, esserci significava moltissimo, per chi voleva emergere.
Oppure il pittore di cui si ammira l’opera non aveva conoscenze, viveva lontano da persone influenti che avrebbero potuto aiutarlo. Forse non è riuscito ad incontrare quella persona che ha intuizione e comprende il vero talento. Ci sono artisti che quella persona che poteva dare una svolta a tutto non l’hanno mai incontrata.
Questo capita non solo nella pittura, ma anche nella letteratura, nella musica.
Alfredo Catalani, ad esempio, ha avuto dei riconoscimenti in vita, è stato un musicista talentuoso, ma forse non è stato considerato come meritava. Di Lucca, vissuto ai tempi di Puccini, è morto giovane, a 39 anni. Ci si chiede cosa avrebbe prodotto, se avesse avuto altri anni davanti.
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