di Liana Monti
Un componimento che risale al periodo fra il 1292 e il 1294. Scritto in formato di prosimetro, con 31 liriche, 25 sonetti, 1 ballata, 5 canzoni.
La parte poetica viene spiegata in quella in prosa, quindi è l’autore che chiarisce sé stesso.
Confida i suoi sentimenti esprimendoli con dolcezza perché ispirato dall’ammirazione verso una persona che pare avvolta da un fascino e una perfezione che abbagliano gli occhi e la mente. Confessa una profonda tristezza in quanto nutre un sentimento non corrisposto. Non gli è possibile avvicinarla e confidarglielo e quasi fugge da lei per non invadere egli stesso quell’alone in cui lei vive.
Poi avviene una trasformazione, verso un nuovo modo di intendere l’amore che fino a quel momento veniva vissuto come qualcosa che fa soffrire quando non corrisposto e abbinato a qualcosa di negativo.
Il sentimento quindi si evolve in una direzione più alta, positiva, che diventa il comprendere di avere un dono per il fatto di nutrire questo sentimento verso la persona amata. Amare nella contemplazione di lei, nel pensiero, nella mente, nel cuore e nella ragione. Un Amore coltivato senza aspettarsi nulla in cambio.
Un amore vissuto per Beatrice grazie al quale sente scaturire un fiume incontenibile di parole di meraviglia fino al famoso e sublime sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare”.
Nella narrazione incontriamo figure come Amore, Ragione, Pietà, Peccato, Morte che verranno ad essere personificate in un’altra sua opera “Fiore”.
Scopriamo contenuti che spiegano la presenza in particolari numeri di una simbologia che offre chiari riferimenti religiosi. Nove sono i nobili cieli. Nove, la cui radice è tre. Tre sono spesso le parti in cui si dividono i vari sonetti, tre le ragioni, il numero tre che viene collegato alla Trinità. Uno è lo spirito d’Amore, uno il miracolo, una è Beatrice che diventerà essa stessa come un Angelo che conduce alla beatitudine e alla contemplazione di Dio.
Notiamo infine che nell’animo di Dante si stanno già maturando le basi per quello che sarà il poema che lo ha reso l’autore più famoso al mondo “Io spero di dire di lei quello che mai non fu detto d’alcuna”.
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