(Angelo Perrone) Le aule di giustizia erano impregnate dell’eco dei processi farsa del fascismo quando i costituenti iniziarono a scrivere la nostra Carta. Molti avevano visto con i propri occhi come una magistratura asservita al potere potesse trasformare la legge in strumento di paura. Da quelle ferite nacque una scelta: costruire un sistema in cui la giustizia fosse indipendente, “soggetta soltanto alla legge”, come recita l’articolo 101. Fu un equilibrio lento e faticoso, conquistato con dialogo e memoria delle dittature, che oggi rischia di essere incrinato da riforme frettolose: bastano poche decisioni per intaccare ciò che ha richiesto anni di lotte e visione.
La fragilità del tempo nelle istituzioni
Le regole che sorreggono una democrazia non nascono dall’oggi al domani: sono il risultato di processi lunghi, fatti di compromessi, dibattiti e maturazione collettiva. La Costituzione italiana ne è l’esempio più chiaro: frutto di anni di resistenza e consenso faticosamente conquistato. Questo “tempo lungo” è una garanzia: ogni principio è stato ponderato alla luce della storia e delle derive autoritarie già vissute. Ma ciò che richiede decenni per essere edificato può essere eroso in poche mosse. Una legge mal concepita o una riforma affrettata può incrinare in poco tempo equilibri costruiti con cura, perché le istituzioni democratiche non sono scolpite nella pietra: vivono nella pratica quotidiana, e ogni cedimento diventa precedente per altri arretramenti.
Giustizia indipendente, base della democrazia
Democrazia non significa solo votare, ma soprattutto garantire che le regole siano uguali per tutti e che i diritti possano essere difesi anche contro le maggioranze del momento. Questa garanzia la offre un sistema giudiziario autonomo, capace di applicare la legge senza temere pressioni politiche o economiche. Se i giudici non fossero liberi, la maggioranza di governo potrebbe piegare la legge ai propri interessi, svuotando di senso il principio di sovranità popolare. Come ricordava Piero Calamandrei, la magistratura è “la sentinella della libertà”: senza un giudice indipendente, ogni diritto rischia di diventare un privilegio concesso dal potere. In questo senso, la giustizia autonoma non è un dettaglio tecnico ma l’ossatura stessa della democrazia: assicura che il potere resti soggetto alla legge e che ogni cittadino, forte o debole, possa trovare protezione nello Stato di diritto.
Responsabilità civile e vigilanza
La difesa di questi principi non può essere delegata solo alle istituzioni o agli addetti ai lavori. Ogni cittadino ha il dovere di vigilare, informarsi, partecipare al dibattito pubblico, sostenere chi tutela lo Stato di diritto. Come ammoniva Norberto Bobbio, «la democrazia non è mai un fatto compiuto, ma un processo continuo di conquista e difesa dei diritti». Custodire una giustizia indipendente significa proteggere la libertà: è un compito che riguarda tutti, oggi più che mai.
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